Che senso ha, quindi, per il leader di Italia Viva continuare a restare in questa Armata Brancaleone, non certo per salvaguardare la poltrona inascoltata della Bellanova o della ministra della famiglia, Elena Bonetti, peraltro mai intervenuta con proposte sensate, o quella del sottosegretario alla Farnesina, Ivan Scalfarotto, che per primo ha parlato della fragilità della coalizione di maggioranza. E non può essere che continui a mettere il suo sigillo su questa accozzaglia di azzeccagarbugli, come fu per la prescrizione, solo per paura delle elezioni, che tanto non ci saranno, o per potersi sedere al tavolo delle prossime nomine.
La speranza è che Renzi riesca a rimettere in moto la politica e non permetta che Giuseppi si faccia il suo partito di manettari e diventi un dittatorello sudamericano. La brillantina e i capelli tinti li ha già, auguriamoci che non si faccia crescere anche i baffi. Anche perché, più che altro, correrebbe il rischio di ricordare Charlie Chaplin nel Grande dittatore.
Luigi Bisignani, Il Tempo 12 aprile 2020