Report, tutto fumo e niente arrosto: la maxi inchiesta su Giuli è un flop

Del “secondo caso Boccia” neanche l’ombra. Le responsabilità delle “alte sfere di FdI”? Poca roba. E su Spano il cronista commette un errore

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Report Giuli 2

Ma quindi, alla fine, tutta questa cagnara per nulla? Se c’è una cosa in cui a Report sono stati maestri, e questo gli va riconosciuto, è stato quello di creare un enorme caso sulla base di un paio di anticipazioni, mandando pizzini a destra e sinistra, pur sapendo che in realtà l’inchiestona su Alessandro Giuli, su Francesco Spano, sul Maxxi e su Gennaro Sangiuliano non aveva nulla di più di quello che si era potuto vedere nei post su social. La montagna ha partorito un topolino. O meglio una montagna di panna montata. E vien quasi da dire che se Spano avesse atteso la messa in onda del servizio, forse alla fine avrebbe potuto anche fare a meno di dimettersi.

L’inchiesta più attesa di ieri sera era senza dubbio quella sul ministero della Cultura. I temi sono quelli anticipati in questi giorni, e gli argomenti sono affrontati al modo di Report, quindi in tono scandalistico anche quando uno scandalo non sono. Alessandro Giuli ha contribuito alla stesura del programma della Lega? Sai che orrore. Alessandro Giuli da giovane faceva parte di Meridiano Zero? “L’aveva già raccontato io sul Foglio“, replica lui, mentre la trasmissione spaccia per osceno il fatto che qualcuno in Italia celebri il solstizio d’estate. Sai che reato. Sul presunto flop nella gestione del Maxxi, invece, l’inviato di Ranucci sciorina qualche numero e niente di più: Giuli giustamente sostiene che “i conti vanno fatti alla fine” e poi, forse, aggiungiamo noi, sarebbe allora il caso di indagare anche sui soldi buttati ai tempi dei ministri di sinistra per finanziare film che nessuno ha visto o su Itsart, la famosa “Netflix italiana” mai diventata tale.

Anche su Spano, tanto rumore per nulla. O meglio: niente di così tragico. Il tema è quello delle consulenze del Maxxi a Marco Carnabuci, marito del dimissionario Capo di Gabinetto al Mic. Anche qui, niente di più di quanto già visto nelle anticipazioni. Anzi: Report sorvola un po’ sul fatto che sia Spano che Carnabuci arrivino al Maxxi non per volere “della destra”, ma di Giovanna Melandri. E non spiega neppure molto chiaramente come in realtà Carnabuci avesse iniziato le sue consulenze al museo ben prima di conoscere Spano. Inopportuno? Forse. Illegale? Tutto da dimostrare. Occorre infatti chiedersi: Spano ha rinnovato il contratto al marito favorendolo in qualche modo? All’unica domanda davvero importante, Sigfrido Ranucci non dà una risposta, peraltro già fornita dal diretto interessato in un’intervista a Repubblica: “Il contratto non è firmato da me e non sono intervenuto in nessuna fase di valutazione e aggiudicazione della fornitura”. Insomma: nisba. Appunto finale: nel servizio, Report chiama Spano “Alessandro” invece di “Francesco”. Piccolo scivolone, ma sicuramente evitabile.

C’è poi il capitolo sulla mostra del Futurismo, prima affidata ad Alberto Dambruoso e poi girata ad un comitato scelto dall’ex ministro Sangiuliano. Del presunto “caso Boccia” al maschile, però, nemmeno l’ombra. O meglio: Dambruoso sostiene di non aver ricevuto la nomina che gli spettava, un po’ come Maria Rosaria da Pompei, ma i due casi – vista l’assenza di relazioni sentimentali con il ministro – non si somigliano neppure un po’. “Dopo quello che mostreremo qualcuno che non ama Giuli in FdI può trarne forza. – diceva Ranucci – Il problema è: in base a quali requisiti è stato nominato ministro? Mostreremo alcune cose che ha fatto in passato, come ha gestito il Maxxi e il suo ruolo in questo secondo caso Boccia”. Promesse che il telespettatore non ha visto mantenute. Per il momento, infatti, non c’è traccia delle presunte “responsabilità delle alte sfere di FdI” millantate dal conduttore.

Franco Lodige, 28 ottobre 2024

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