“Meloni e l’attacco ai giornali non filo-governativi”: questo il titolo/piantolino scelto da Repubblica per commentare la replica del primo ministro Giorgia Meloni all’ennesimo report-fuffa sulla libertà di stampa in pericolo in Italia. Lo studio “Silenziare il quarto potere, la deriva democratica dell’Italia”, curato dal consorzio Mfrr, Media freedom rapid response, ha l’unico obiettivo di denigrare il governo, come testimoniato dalle firme e dai politici che vi hanno preso parte: giornalisti di Domani, Fatto Quotidiano, La Stampa e appunto Repubblica. Tornando alla lettera sullo Stato di diritto inviata a Ursula von der Leyen, Meloni non ha utilizzato troppi giri di parole, sottolineando che il governo europeo “riporta accenti critici di alcuni portatori di interesse, diciamo stakeholder”, ossia i vari quotidiani vicini alla sinistra.
Apriti cielo! Guai a toccare Repubblica e compagnia cantante! Titoloni, firme, comunicati stampa, politici in soccorso. Immediata, tale da impressionare, la presa di posizione di Alessandra Costante e Vittorio Di Trapani, rispettivamente segretaria generale e presidente Fnsi: “Il concetto dei ‘giornalisti anti Meloni’ ricorda fin troppo da vicino le liste di proscrizione, una pratica inaccettabile che, purtroppo, ci riporta ancora al punto di partenza: la deriva illiberale che qualcuno vorrebbe far imboccare all’Italia”. Ma non è tutto: Costante e Di Trapani hanno paventato il rischio per l’incolumità personale dei giornalisti additati come “anti-Meloni”. Immancabile l’intervento del Pd, con il senatore Walter Verini che s’è detto addirittura “Sconcertato”. E, in serie, Nicola Fratoianni, Barbara Floridia e compagni di ogni fattura.
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Evidentemente quelli di Repubblica credono di poter scrivere quello che vogliono e di non avere repliche dai diretti interessati. Puoi accusare Tizio di essere fascista, ma Tizio non deve azzardarsi a smentire. Come ti permetti? La Repubblica degli intoccabili, di quelli che hanno la verità in tasca e che non possono essere messi alle strette da repliche puntuali. Perché quello che molti fanno finta di non vedere è la clamorosa strumentalizzazione di quei report. Quello pubblicato ieri è emblematico: sono stati ascoltati solo cronisti dei giornali di sinistra, stesso discorso per i politici. Come si può essere imparziali? Con che coraggio si denuncia “Telemeloni” se chi urla è Repubblica? O Il Fatto Quotidiano?
Anche perché basterebbe tornare indietro di tre anni, all’epoca del governo di Mario Draghi, quello dei migliori, quello idolatrato dai giornaloni rossi e dalle conferenze stampa agiografiche. Qualcuno spese mezza parola per la vergognosa – quella sì – esclusione di Fratelli d’Italia (unico partito di opposizione) nel consiglio di amministrazione della Rai? Spoiler: no. Tutti impegnati a tessere le lodi dell’ex presidente della Bce, forse.
Franco Lodige, 30 luglio 2024
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