Politica

Repubblica in profondo rosso: ecco perché Elkann se ne vuole disfare

© malija tramite Canva.com

Secondo IlGiornale, John Elkann ha affidato ad una banca d’affari la vendita di Repubblica perché la società che controlla Repubblica, che si chiama Gedi, perderebbe 113 milioni di euro all’anno.

Altro che caso Tesei in Umbria, altro che finanziamenti pubblici, altro che abuso d’ufficio: la Gedi perde più di 100 milioni e la famiglia Elkann se ne vuole disfare.

Tra l’altro la famiglia, con Exor, nei primi sei mesi del 2024 ha fatto 14 miliardi di utili. Riassumo: la cassaforte degli Elkann che tra le altre cose controlla la Repubblica attraverso la Gedi, ma che controlla anche un grande pezzo di sanità privata e che controlla anche la Fiat attraverso Stellantis, fa 14 miliardi di utili.

Tra l’altro, mi diverte quando leggo Repubblica attaccare il sottosegretario Marcello Gemmato e la clinica privata quando proprio loro sono controllati da un fondo che fa delle cliniche private una parte del business. Fanno i moralisti, mi viene da ridere.

dalla Zuppa di Porro


Qui sotto tutte le notizie sul caso.

IlGiornale suggerisce che La Stampa potrebbe rimanere l’unico baluardo del gruppo Gedi, e quindi degli Elkann, nel settore dei quotidiani.

Dopo un periodo di riflessione sulle possibili rotte future per il giornale fondato da Eugenio Scalfari, Exor ha deciso di passare all’azione, affidando a una nota banca d’affari internazionale il compito di sondare il terreno alla ricerca di potenziali acquirenti. Questa mossa segna la transizione da una fase di valutazione preliminare a passi concreti verso la dismissione di Repubblica e della sua concessionaria pubblicitaria, Manzoni. L’elenco dei potenziali interessati include editori europei e gruppi italiani, i quali potrebbero valutare l’idea di formare un consorzio, sia nazionale che internazionale, mirando a preservare l’eredità e la tradizione del giornale.

Il recente avvicendamento alla direzione di Repubblica, che ha visto Mario Orfeo succedere a Maurizio Molinari, è emblematico della fase di transizione in atto. Orfeo, con la sua vasta esperienza e trasversalità nel campo giornalistico italiano, appare come la figura giusta per guidare il quotidiano attraverso questo periodo di cambiamento, cercando di instaurare un dialogo costruttivo con i lettori e i potenziali nuovi proprietari. Quindi meno divisivo del suo predecessore.

La decisione di mettere in vendita Repubblica nasce da motivazioni finanziarie importanti. La tiratura del giornale ha registrato un sensibile calo, riflettendo le perdite economiche significative del gruppo Gedi. Queste difficoltà finanziarie sono indicative sia delle sfide generali che il settore editoriale sta affrontando nell’era digitale, sia delle problematiche specifiche legate alla gestione di un quotidiano cartaceo in un mercato in continua evoluzione.

Ciò che emerge chiaramente è l’orientamento futuro di Exor, sotto la guida di John Elkann, che sembra volgere lo sguardo oltre il settore dell’automotive, privilegiando l’ambito della sanità come un’area di investimento promettente. L’acquisizione di quote significative in Philips e in altre compagnie specializzate in diagnostica e biotecnologie testimonia questa direzione strategica.

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