Repubblica sciacalla banchetta su Toti

L’intera home page del quotidiano dedicata all’arresto del governatore. Ma sul caso di Bari, invece…

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Si fa prima a leggere l’intero comunicato stampa della procura della Repubblica di Genova che a “scrollare”, scusate il termine poco tecnico, la home page del sito di Repubblica. E attenzione: non si tratta di banale fervore manettaro, tipico del Fatto Quotidiano e della vecchia Rep ai tempi di Berlusconi. Qui siamo all’indiavolato accanimento contro Giovanni Toti. Perché se la questione fosse dare atto della maxi inchiesta che ha portato ai domiciliari il presidente della Regione Liguria, allora forse sarebbero bastati un paio di articoli anziché i sette pezzi che inondano da stamattina la prima pagina online del quotidiano di Maurizio Molinari. E soprattutto ci si attenderebbe dal quotidiano che fu di Scalfari un simile approccio giustizialista con tutte le indagini che riguardano esponenti politici. Invece come al solito, figli e figliastri.

Sia chiaro: ognuno dà in pasto ai lettori ciò che ritiene giusto. E lo sappiamo: è sempre più facile essere indulgenti coi propri amici che con gli avversari ideologici. Comprensibile. Però ci sia permesso di far notare un minimo di incoerenza, se non di ipocrisia. Ricordate cosa è successo ad inizio aprile, esattamente un mese fa? A Bari e in Puglia la procura ha messo le mani su un presunto voto di scambio che ha sfiorato, neppure tanto di striscio, la giunta regionale guidata da Michele Emiliano. Avete presente? Gran caos giudiziario, l’assessore dem che si dimette, Conte che manda al diavolo le primarie di coalizione, Schlein che si infuria e il Campo largo che cola a picco. Ecco: sapete il giorno dopo come aprì l’edizione cartacea La Repubblica, la quale improvvisamente si era riscoperta garantista? “Il contropiede di Salvini”, ovvero un pezzo su una proposta di condono edilizio mai esistito. Al tracollo pugliese Molinari&co dedicarono giusto un pezzettino di taglio medio, quasi fosse una notizia secondaria.

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Domanda: possibile che gli arresti di Bari pesino meno di quelli di Toti? Sia chiaro: noi, testardi liberali e decisi garantisti, non chiediamo mica di infierire su Decaro o Emiliano. Piuttosto, ci piacerebbe si cambiasse totalmente registro per trattare le inchieste, le indagini e gli arresti per quello che sono: accuse ai danni di persone innocenti fino a prova contraria, con ipotesi di reato tutte da dimostrare. Leggetela così e vedrete che, forse, sette articoli sulle fiches, sui viaggi e sui presunti favori liguri risulteranno un tantino eccessivi. Anche perché il passato insegna: spesso sono stati sprecati fiumi di inchiostro su perquisizioni e pedinamenti per poi arrivare, anni dopo, alla completa assoluzione del malcapitato. Il quale intanto, però, celebrato il processo mediatico, si è ritrovato politicamente morto. Anche se non aveva commesso il fatto.

Giuseppe De Lorenzo, 7 maggio 2024

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