Politiche green

Retromarcia sul green? Occhio a non fidarvi dell’Ue

I recenti passi di lato della Commissione sembrano più un tentativo di mettere delle pezze

Ue Green Ursula von der Leyen ambientalismo © vencavolrab e urbazon tramite Canva.com

Prima la direttiva case green, adesso la proposta di regolamento sulla riduzione dei fitofarmaci in agricoltura. Dinanzi al crescente malcontento dei cittadini dell’Unione, le istituzioni europee arretrano e iniziano a mettere in discussione, almeno in parte, gli ambiziosi obiettivi ambientali e climatici previsti dal Green Deal europeo. Un’apertura per certi versi inaspettata, che ha fatto tirare un sospiro di sollievo a milioni di persone in tutta Europa, dai proprietari di immobili, ai tanti addetti nel settore agricolo.

Attenzione però a non riporre troppa fiducia in questa Commissione europea. L’improvvisa (falsa) benevolenza dell’organo esecutivo dell’Ue nei confronti dei cittadini europei, e la disponibilità nel rivedere i programmi in materia di green, manifestata peraltro nelle ultime ore anche da Ursula von der Leyen, non può e non deve trarre in inganno. Perché, con ogni probabilità, non rappresenta un qualcosa di puramente casuale o di completamente disinteressato.

Non è certo un caso, infatti, che le aperture dell’Unione nei confronti degli agricoltori arrivino proprio alla vigilia di un voto europeo che minaccia di scompaginare gli equilibri delle istituzioni comunitarie spostandone gli assetti verso destra. Ovvero, in direzione esattamente contraria rispetto agli orientamenti dell’attuale Commissione, che, non dimentichiamolo, è la stessa che poco più di quattro anni or sono ha partorito il Patto verde europeo e tutte le follie green a questo correlate che oggi minacciano le economie e il mercato del lavoro europeo.

Adesso, tuttavia, avendo probabilmente colto i malumori e la delusione della stragrande maggioranza degli europei (era ora) rispetto alle bizzarre politiche ambientali adottate, von der Leyen e compagni provano in extremis ad aggiustare il tiro. A correre immediatamente ai ripari al fine di salvare il salvabile e scongiurare un flop elettorale già annunciato.

I recenti passi di lato della Commissione, dunque, rappresentano più un tentativo tardivo di mettere delle pezze laddove nel recente passato sono stati creati dei danni abnormi (da loro stessi, s’intende), che un desiderio autentico di ascoltare i bisogni e le istanze del popolo europeo. Anche perché, se veramente dalle parti di Bruxelles hanno così tanto a cuore la sorte degli europei, non si comprende il motivo per cui in questa Legislatura si sia inseguito tutto fuorché l’interesse del popolo.

Guai, quindi, a confidare troppo nella buona fede della coalizione che ha guidato l’Ue in quest’ultimo quinquennio e a mal interpretarne le intenzioni. In questi anni, la cosiddetta “maggioranza Ursula“, in materia di green (ma non solo) ha floppato clamorosamente, e le manovre correttive di queste ultime settimane rappresentano solo ed esclusivamente uno specchietto per le allodole. Un gigantesco bluff, per illudere i cittadini europei in prossimità di una scadenza elettorale che si preannuncia decisiva per il futuro politico dell’Ue.

Salvatore Di Bartolo, 8 febbraio 2024