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Riaperture, Galli rosica

Non riesce a darsi pace Massimo Galli. L’infettivologo del Sacco di Milano non manda giù le riaperture finalmente annunciate dal premier Draghi. L’Italia riparte assumendosi finalmente qualche rischio “calcolato”? E lui subito cala la mannaia del rigorismo: “Rischio calcolato male“. Parla delle infezioni positive in atto, dei pochi vaccini iniettati e bastona il sistema dei colori giallo, arancione e rosso.

Insomma: il solito ritornello. E poco importa se pure l’ad di Pfizer, Albert Bourla, ha assicurato che presto il coronavirus diventerà come una normale influenza. Poco importa se gran parte delle Regioni hanno ormai dati confortanti utili per allentare le maglie delle restrizioni. Per l’oracolo del lockdown dovremmo restare chiusi a oltranza, in barba alla crisi economica.

Galli o meno, il 26 aprile potremo comunque tornare a cena al ristorante all’aperto. Ed è sicuro: gli italiani tra dieci giorni si riverseranno nei dehors per godersi un aperitivo. Tutti tranne uno: il rigorista Galli non ci sarà.

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