Persino il coordinatore del Cts, Franco Locatelli, quasi sempre paravento della cosiddetta “linea della prudenza”, in realtà bandierina di Roberto Speranza per imporre il suo quid politico, adesso asfalta i chiusuristi e i profeti di sventura. Intervistato dalla Stampa, Locatelli prende di petto le Cassandre del Covid, che erano salite sulle barricate per le riaperture: “Non è ripartito nulla nella maniera drammatica che qualcuno aveva profetizzato”.
Una stoccata ai vari Massimo Galli (“rischio calcolato male”), Andrea Crisanti (“le riaperture sono una stupidaggine epocale”), Nino Cartabellotta (“da metà maggio inevitabile un aumento dei contagi”). A quanto pare, il rischio era stato calcolato benissimo, non abbiamo fatto nessuna stupidaggine e non c’era alcun incremento dei casi “inevitabile”, con buona pace del gufo di Gimbe, che su Twitter prova ad arrampicarsi sugli specchi: “Le stime devono considerare il worst case. Non è pessimismo o catastrofismo, ma principio di precauzione”. Rumore di unghie sui vetri… Ma Locatelli si spinge oltre e annuncia che da metà luglio, almeno all’aperto, potremo dire addio alle mascherine. Anche perché con 40 gradi e il bavaglio può girarci giusto Speranza.