Eccolo il nuovo corso del governo Draghi: applicare al massimo il principio del compromesso, non scontentare nessuno, rigoristi e aperturisti, partiti e partitini. Chi sosteneva che l’elezione di Mattarella avrebbe dato maggior potere a SuperMario, riconsegnandogli quel potere decisionale dimostrato all’inizio e perso pian pian causa sogno Quirinale, si sbagliava: tutto resta come prima. Chiusure, compromessi e scelte così incomprensibili da rasentare l’incredibile. Oggi il Consiglio dei Ministri si è riunito a Palazzo Chigi e, oltre ad applaudire il nuovo imperatore Mattarella, ha affrontato il nodo Dpi e discoteche. L’ultimo decreto legge, che obbligava ad indossare le mascherine anche all’aperto e in zona bianca, scadeva oggi. Il giorno della libertà? Macché. Benché i numeri dei contagi migliorino e nonostante fior fiori di scienziati ripetano a oltranza che tenere il viso coperto quando si cammina da soli all’aperto è inutile (se non una grossa idiozia), il governo non intende cedere.
La decisione del Csm
Niente da fare. Il Cdm ha deciso di prorogare l’obbligo di mascherina fino al 10 febbraio, giorno in cui (forse) potranno riaprire anche le discoteche. Niente di nuovo sotto il sole invece per quanto riguarda le regole borboniche sulle quarantene per la scuola o sulla durata del green pass per chi s’è inoculato il booster: il Cdm non ha affrontato oggi le questioni e dovrebbe discuterne nel prossimo Consiglio di mercoledì. In quell’occasione verrà partorito anche un decreto con cui dare copertura normativa all’ordinanza di Speranza che oggi prorogherà di 10 giorni l’obbligo di mascherine all’aperto e la chiusura dei locali notturni.
Gli esperti contro le mascherine all’aperto
E pensare che la giornata era iniziata sono i migliori auspici. Le voci di esperti contrari alla mascherina all’aperto, al netto dei soliti Pregliasco (“teniamole fino a marzo”) e Andreoni (“evitare errori del passato”), avevano iniziato a farsi sentire. “Allo stato attuale, direi che l’obbligo si può togliere. Se cammino da solo e nel raggio di 20 metri non c’è nessuno, non vedo perché devo mettere la mascherina”, ha detto all’Adnkronos Mauro Pistello, direttore Unità di Virologia Azienda ospedaliera universitaria di Pisa e vicepresidente della Società italiana di microbiologia. Sulla stessa linea anche Maria Rita Gismondo (“non servono”), Matteo Bassetti (“sono anacronistiche”) e l’immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud-Italia della Fondazione per la medicina personalizzata: “L’uso delle mascherine all’aperto è una misura senza dubbio sovradimensionata“, ha spiegato Minelli, e oggi con tutti gli indici in discesa e sintomi quasi assenti “continuare a stressare l’obbligo della mascherina all’aperto non so se può rivelarsi davvero utile ed essenziale”. Eppure il governo ha deciso di andare dritto.
Altri dieci giorni dunque. E subito sorge dallo stomaco una domanda: ma perché? Perché dieci e non nove? Qual è il fondamento scientifico? Nessuno, probabilmente. Soprattutto se si viene a sapere che sul tavolo dei ministri in un primo momento era arrivata l’ipotesi di prorogare le restrizioni di due settimane. Stando a quanto riferiscono fonti presenti all’incontro, sarebbe intervenuto nientepopodimenoche il ministro leghista Garavaglia per far notare che il 14 febbraio è San Valentino e sarebbe stato complicato far rispettare il distanziamento sociale ai ragazzi pomicioni. A quel punto Draghi si sarebbe detto d’accordo, riducendo a 10 i giorni di proroga.
Ora, ben vengano quei quattro giorni di libertà anticipata. E magari andremo ad accendere un cero a San Valentino per la grazia ricevuta. Ma certo il modo in cui si è arrivati a partorire la proroga di 10 giorni dimostra l’assoluta assenza di logica nelle scelte governative. Altro piccolo esempio: da domani se non sei vaccinato ed hai 50 anni rischi una multa di 100 euro; se sei vaccinato ma non indossi la mascherina la pena è di 400 euro. Che senso ha? Nessuno. Ma fortuna che Draghi c’è…