È chiaro che in questa situazione, se non sai più chi sei e cosa vuoi, la variante populista è la più facile. Ed essa è ben rappresentata sia dalle Sardine, che ripropongono al morituro nientemeno che la loro classica ricetta della “bellezza” (sic!), sia da Beppe Grillo, che pure si è affrettato a correre in soccorso riproponendosi come segretario non contento di aver già abbastanza succhiato dal Partito “grillizzandolo”. Ed è ben rappresentata anche, a rifletterci bene, dallo stesso segretario uscente, che avrà pure denunciato (certo con un bel po’ di ritardo!) il cinismo politico dei suoi “vergognandosene”, ma è pure colui che subito ha plaudito al nuovo protagonismo di Santori e compagni e solo qualche giorno prima delle dimissioni se ne era uscito in una lode di Barbara D’Urso. Confondendo la pedagogia gramsciana del nazional-popolare con lo sbracamento mediatico dei programmi trash televisivi.
Come dire: la situazione è grave, ma non è seria. E le spoglie sono immemori soprattutto di un passato, quelli dei comunisti, che fu serio e rispettabile pur nella sua tragicità. Ed è curioso osservare come anche questa volta quella che fu una tragedia stia finendo in farsa.
Corrado Ocone, 6 marzo 2021