Se, infatti, la finalità del contrasto dell’evasione fiscale si fonde con la finalità della riscossione, è inevitabile che, nella valutazione di quali siano i controlli cui dare la priorità, prevalgano quelli su chi ha attività economiche già emerse e beni intestati aggredibili, rispetto a quelli su chi deve essere anzitutto trovato perché opera nel sommerso e, una volta trovato, è più difficile da aggredire perché tiene i suoi beni schermati con prestanome, scatole cinesi, eccetera. Eppure in un mondo in cui l’obiettivo fosse davvero la lotta al sommerso (e non la caccia ad un altro po’ di gettito di chi è già conosciuto), l’ordine di priorità dovrebbe essere l’inverso.
Tra varie spine e alcune petizioni di principio troppo generiche per meritare allo stato un commento, una soluzione oggettivamente brillante è stata trovata proprio su una delle questioni apparentemente più inestricabili: la riforma del catasto. Riforma che si farà, ma con “la previsione che le informazioni rilevate secondo i principi sopra indicati non vengano utilizzati per la determinazione della base imponibile dei tributi la cui applicazione si fonda sulle risultanze catastali”.
In un colpo solo, il premier Draghi e il ministro Franco ottengono il risultato di disinnescare la bomba politica dei riflessi fiscali della riforma del catasto (e, da questo punto di vista, si tratta di una oggettiva, quanto schiacciante vittoria dell’area di centrodestra di Governo sulle legittime, ma assai differenti aspirazioni di altre componenti), ma anche di dare finalmente vita a una prospettiva di riforma che si pone come obiettivo, una volta tanto, non di determinare gettito sin dal giorno dopo in cui entra in vigore (cosa che spesso produce, a consuntivo, risultati imprevisti e dannosi), ma di migliorare davvero il settore in termini di procedure e contenuti informativi, lasciando poi la valutazione di un loro impiego ai fini fiscali dopo un periodo di decantazione, durante il quale valutarne in modo più accorto gli effetti. Un grande merito. Politico e tecnico.
Enrico Zanetti, 8 ottobre 2021