Secondo auspicio: sotto lo sguardo operoso di un Mattarella vigilante fino al 2023, il governo Draghi metta mano a una riforma della Costituzione che risolva i nodi di inefficienza che ci hanno costretto a cambiare governi e coalizioni nello spirito del Gattopardo: tutto cambia perché tutto resti come prima. Abbiamo bisogno che cambi quello che serve affinché nulla sia più come prima.
Una riforma costituzionale votata in Parlamento con la maggioranza del governo Draghi, quella del Pnrr, eviterebbe il referendum e consegnerebbe alla diciannovesima legislatura non solo un Parlamento light, ma una Carta adeguata, affinché il Paese possa affrontare le sfide di un mondo più veloce, più giovane e più sostenibile. Non ce lo chiede l’Europa. Ma credo che lo vorrebbero molti italiani.
Antonio Mastrapasqua, 29 maggio 2021