Sulla questione della benzina sapete come la pensiamo. Questa roba della speculazione e della Guardia di Finanza è una straordinaria presa per i fondelli e chiunque sia liberale lo sa bene. Toc toc! Siete rincoglioniti? I prezzi sono aumentati perché il governo non ha rinnovato lo sconto fiscale, la speculazione non c’entra niente. Veramente qualcuno pensa che il problema della benzina siano quattro benzinai che vogliono fare i truffatori?
Quando l’esecutivo dice le stesse cose di Carlo Rienzi (quello di Codacons), allora sì che siamo fottuti. Qui le cose sono due, come vi spiegavamo ieri: o il governo rivendica l’aver usato in altro modo le risorse prima dedicate al carburante, come ha fatto finalmente oggi Giorgia Meloni, o non si può piagnucolare come un Soumahoro qualsiasi.
E adesso cerchiamo di fare un po’ di chiarezza. I giornali parlano di una forbice del prezzo della benzina tra 1,8 a 2,5 €/L, ma ignorano il fatto che questa forbice include anche i distributori sulle autostrade, storicamente noti per avere dei prezzi molto più alti della media. Come dice giustamente anche oggi Meloni: non è vero che la benzina si paga ovunque oltre i 2 euro al litro. Basta andare a farsi un giro con la propria auto. Oppure navigare sul sito del Mase dove è scritto che tra il primo e l’8 gennaio i rincari sono stati in linea col rialzo delle accise di 18 centesimi al litro: la benzina self è salita da 1,644 euro a 1,812 euro al litro (+16,8 centesimi), mentre il gasolio è passato da 1,708 a 1,868 euro (+16 cent.). Come è stato spiegato lunedì a Quarta Repubblica, il problema deriva dal fatto che i benzinai devono pagare le concessioni alle autostrade che sono pubbliche oltre a dover sostenere maggiori costi dovuti ai tre turni giornalieri per garantire un servizio h24.
Sebbene il video di oggi della Meloni spieghi un po’ meglio la questione, ci si domanda per quale motivo non sia stato spiegato prima. O meglio, per quale motivo – se è vero che il prezzo medio non è affatto oltre i 2 euro al litro – la maggioranza sia corsa dietro alle campagne stampa di Repubblica&co. coinvolgendo prima Mr. Prezzi, che – come sappiamo non risolve nulla -, e poi addirittura la Guardia di Finanza, per poi concludere in “bellezza”, si fa per dire, con un decreto d’urgenza che costringerà i benzinai a esporre il prezzo medio oltre a quello praticato. Non basterebbe lasciare al mercato il tempo di adattarsi?
Possiamo allora dare un consiglio a gratis a chi ci governa. Siccome le autostrade non sono più dei Benetton, ma dello Stato, il governo potrebbe convocare l’amministratore delegato delle autostrade pubbliche e dirgli: “Senti caro, per i prossimi due mesi non ti paghiamo l’affitto”. Giusto o sbagliato che sia, quantomeno non è una presa per i fondelli come quella dell’inchiesta della Guardia di Finanza.