Salute

Riparte la psicosi per un nuovo virus: il ritorno della “vigile attesa”

L’influenza aviaria dilaga tra i bovini da latte negli Stati Uniti, riecco i soliti appelli di virologi e compagnia cantante

aviaria e vigile attesa © korhan_oztunc e rattanakun tramite Canva.com

Il Covid-19 è ormai alle nostre spalle, nessuna pandemia ha minacciato la nostra normalità nonostante certe profezie (o forse speranze) di alcuni virologi/infettivologi/microbiologi. Ma la situazione potrebbe presto cambiare secondo i ben informati: da inizio aprile gli Usa, dopo il rilevamento dell’influenza aviaria A H5N1 ad alta patogenicità negli allevamenti di bovini da latte di alcuni Stati e un collegato caso umano, si interrogano sul rischio di ulteriori sviluppi della situazione. C’è preoccupazione per gli scenari peggiori, con l’evoluzione del virus capace di trasmettersi da uomo a uomo. Ipotesi che ha subito scatenato la psicosi in rete, con la consueta pioggia di interventi da parte degli esperti.

Ebbene, anche per il rischio pandemia aviaria il protocollo è quello caro a Roberto Speranza. Come evidenziato dal virologo Massimo Clementi, gli strumenti sono già sul tavolo: antivirali, vaccini e vigile attesa. Sì, avete letto bene: l’immarcescibile vigile attesa. Le due parole amate dall’ex ministro della Salute/scrittore: anziché dare indicazioni valide sulle terapie da adottare, la vigile attesa. Ossia non fare niente. Una indicazione in netto contrasto con l’attività professionale dei medici nei termini indicati dalla scienza e dalla deontologia. Perché lasciare il paziente in stand-by non può essere la normalità, che sia Covid, aviaria o influenza stagionale. In altri termini: la vigile attesa impedisce ai medici di fare i medici e ai pazienti di curarsi.

Leggi anche:

La vigile attesa fu protagonista due anni fa di alcune sentenze: prima la bocciatura del Tar, poi la riabilitazione del Consiglio di Stato. Ciò che è certo è che dopo quanto vissuto con il Covid, sarebbe folle scegliere altre soluzioni tafazziane. E attenzione anche alla comunicazione dopo i danni devastanti di Speranza e compagnia cantante. Vietato il terrorismo mediatico, no alla paura e alle minacce. Prima di sbilanciarsi – quindi prima di rilasciare interviste – sarebbe meglio accertarsi del reale pericolo, senza avanzare scenari catastrofici. Fortunatamente Speranza non occupa più la poltrona di ministero della Speranza, quindi rispetto all’epoca Covid c’è una base di partenza diversa. L’ideologia non sarà al centro dell’azione (o di un libro), ma ogni mossa sarà dettata – speriamo – dal buonsenso. E il buonsenso non prevede la vigile attesa, aviaria o non aviaria.

Franco Lodige, 3 maggio 2024

Nicolaporro.it è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati (gratis).