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La battaglia tra Donald Trump e Joe Biden continua anche nei tribunali. Dopo i due impeachment del Tycoon, rispettivamente del 2019 e del 2021, ora la stessa sorte è toccata anche all’attuale presidente degli Stati Uniti.
Impeachment Biden
È notizia di pochi giorni fa, infatti, la richiesta del presidente della Camera, Kevin McCarthy, di aprire un’indagine contro il numero uno della Casa Bianca, fondata su abuso di potere, corruzione ed ostruzione. Da ciò, l’accusa vorrà dimostrare che Joe Biden abbia tratto profitto direttamente dagli affari esteri di suo figlio Hunter.
Ed è proprio da qui che, da ieri sera, sono arrivati nuovi guai alla Casa Bianca. Il figlio del presidente, infatti, è stato ufficialmente incriminato dai procuratori federali del Delaware per tre capi di imputazione, collegati al possesso illegale di armi.
Le accuse contro Hunter
In sostanza, Hunter è accusato di aver mentito quando ha dichiarato di non fare uso di sostanze stupefacenti, durante la compilazione dei moduli per acquistare una Colt Cobra nell’ottobre del 2018. Per di più, l’incriminazione si estende anche al possesso di un’arma, mentre era sotto l’effetto di stupefacenti.
Ma i problemi giudiziari non finiscono qui. Lo scorso giugno, nel tentativo di Hunter di chiudere un accordo col procuratore, si era dichiarato colpevole anche per due reati fiscali minorisi era dichiarato colpevole anche per due reati fiscali minori, avviando un percorso extragiudiziario per evitare l’incriminazione per il possesso di armi.
L’accordo però è saltato a luglio e dall’11 agosto l’attorney general, Merrick Garland, conferiva a Weiss lo status di procuratore speciale, riconoscendone l’autorità di incriminare il figlio di Biden in qualsiasi distretto americano. Se condannato, Hunter rischierà fino a un massimo di 25 anni di prigione.
Matteo Milanesi, 15 settembre 2023
