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Rischiamo davvero una guerra nucleare? Cosa prevede il protocollo russo - Seconda parte

Dopo l’annuncio di Putin, mondo in allerta. Un conflitto atomico è possibile, ma per ora non probabile

Però… come c’era una differenza “fra il dire e il fare” ai tempi della Guerra Fredda, come abbiamo visto, potrebbe esserci anche oggi. Secondo uno gli esperti americani più allarmisti, come Vincent Pry, ad esempio, i russi potrebbero aver mantenuto, in segreto, anche un’opzione di uso preventivo di armi nucleari tattiche. In tal caso, non aspetterebbero di perdere la battaglia o di essere invasi, ma se dovessero valutare che la guerra sta volgendo al peggio (perché dura troppo, oppure si sta formando un’ampia coalizione di nemici), potrebbero lanciare una o più armi nucleari tattiche e aspettare che il nemico, prontamente, si sieda subito al tavolo negoziale. Se così fosse, il bersaglio più probabile sarebbe l’Ucraina. Questo è uno scenario molto poco probabile, ma non impossibile.

Se proprio Putin volesse creare panico e obbligare gli Usa a chiedere la pace (per disarmare la Nato), non è da escludere che il bersaglio di un attacco nucleare limitato sia in un Paese periferico della Nato privo di armi nucleari, come la Polonia, o i Paesi Baltici, o la Norvegia. In tal caso, Putin giocherebbe la carta del “pazzo” e obbligherebbe un nemico che non prende più in considerazione una rappresaglia nucleare, a chiedere immediatamente la pace, a qualsiasi condizione, per evitare ulteriori azioni folli. Questa è un’ipotesi ancora meno probabile, ma, appunto, non è da escludere.

E c’è un solo modo per dissuadere questo tipo di imprevisti: speak softly and carry a big stick (parla dolcemente, ma porta un grande bastone) come fece Reagan ai tempi della crisi degli Euromissili. Il che vuol dire: rassicurare Putin sul fatto che non c’è alcuna escalation in corso e nessuno ha intenzione di attaccare la Russia, ma al tempo stesso che abbiamo i mezzi e la volontà per condurre una rappresaglia devastatrice. Ma Biden è in grado di comportarsi alla Reagan? Da uno che si esprime in termini quali: “L’unica alternativa alle sanzioni è la Terza guerra mondiale”, non ce lo aspettiamo. Incrociamo le dita, ma non facciamoci prendere dal panico. Le probabilità che tutto ciò accada sono molto, ma molto basse.

Stefano Magni, 27 febbraio 2022

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