Rivolta degli immigrati, assalto alla polizia: in 30 per liberare il marocchino

In via Padova a Milano l’assalto alla volante. L’arrestato “chiama” . Gli agenti: “C’è senso di impunità”

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polizia milano via padova

“Si è verificato a Milano il gravissimo tentativo di impedire un arresto con una trentina di persone che hanno accerchiato una volante. Un collega è rimasto ferito e gli esprimiamo la più sentita solidarietà”. A raccontare una serata di ordinaria follia è Valter Mazzetti, Segretario generale Fsp Polizia di Stato. I fatti risalgono al 28 marzo: in via Padova gli investigatori dei “Falchi” hanno rintracciato l’accusato, un 17enne algerino, all’interno di un ristorante marocchino. Quando lo hanno preso all’uscita dal locale il minore urlando in lingua araba, ha attirato l’attenzione degli altri clienti stranieri usciti di corsa per impedire l’attività dei poliziotti lanciando loro ogni cosa disponibile. Un agente ha riportato una distorsione al ginocchio con prognosi di 7 giorni.

Il marocchino è uno dei due sospettati di una rapina di un Audemars Piguet ai danni di un 56enne turista montenegrino, avvenuta il 22 marzo. Il primo sospettato è stato fermato, portato al Fatebenefratelli per l’esame osseo ma aveva spaccato il naso ad una poliziotta con una testata per cercare di scappare. Il “collega”, anche lui minorenne, è stato invece fermato in via Padova fuori dal ristorante Casablanca ma, al momento del fermo, è scoppiata la rivolta della via “multietnica” con lanci di bottiglie verso gli agenti e bidoni dell’immondizia rovesciati addosso alla polizia. Il 17enne che cercavano di “salvare” era già stato arrestato il 6 giugno scorso per una serie di furti a bar e farmacie.

“Si ripropone un copione quasi identico ad appena un mese dal fatto avvenuto a Torino – aggiunge Mazzetti – come, purtroppo, avevamo annunciato quando abbiamo detto chiaramente che gli effetti nefasti della continua delegittimazione delle Forze dell’ordine che abbiamo registrato nelle ultime settimane ha questo come risultato. Una violenza, un’arroganza e un senso di impunità sempre più radicati, che si traducono in rischi maggiori per donne e uomini in divisa. E’ ora di ritrovare senso di responsabilità ed equilibrio prima che ci scappi il morto, perché qualcuno non abbia a dover sentirne la responsabilità sulla propria coscienza. E’ ora di rimettere ordine nei canoni di legalità, sicurezza, e doveri di ciascuno che vengono proposti ai cittadini, a cominciare dai più giovani, perché al momento ci appaiono alquanto sovvertiti”.

È molto preoccupato anche Giuseppe Camardi, Segretario Fsp Milano: “I colleghi sono esposti a rischi gravi, soprattutto in determinate zone di Milano ad esempio – dice – È desolante pensare come venga continuamente contestato, criticato e condannato ogni nostro minimo gesto, che comunque compiamo per rispondere ai nostri precisi doveri e per assolvere a un servizio pubblico, mentre che si attacchi apertamente dei poliziotti in servizio è diventato quasi normale. Per noi è pura follia, perché gesti del genere dovrebbero suscitare una reazione forte e consapevole da parte di tutta la comunità, dalle Istituzioni in poi. Aspettiamo di vedere manifestazioni e cortei a sostegno di chi come noi rischia coscientemente la vita”.

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