Qualcuno, magari qualche fissato verde o qualche attardato marxista, comincia ad allarmarsi per l’inizio dell’era dei robot. I robot toglieranno lavoro e incrementeranno la disoccupazione fino all’insopportabile, dicono (e se ancora non lo dicono, lo pensano). In effetti, è possibile che in una fase di transizione ciò accada, anche se ogni transizione, quando è prevista, può benissimo venire governata. Ma non è male ricordare che le macchine realizzano il sogno dell’umanità. Cioè, liberarsi dal lavoro fisico, farlo fare a qualcun altro.
Nei tempi antichi c’erano gli schiavi, ma era ingiusto e richiedeva uno stato di guerra quasi continuo per procurarsene. Il Medioevo cristiano, abolita la schiavitù, fu costretto a spremere il cervello e a inventare macchine. Dal mulino a vento alla vite senza fine. E che altro faceva Leonardo, il nostro massimo genio nazionale, se non progettare macchine? E dagli occhiali fino al motore a scoppio, chi era che si dava più da fare se non i preti? Infatti, la maledizione biblica sta nel «sudore della fronte», da cui cercare di liberarsi è cosa benemerita e cristiana. Le invenzioni medievali crearono disoccupazione di massa? Non risulta. Anzi, sorsero nuove attività prima impensate. Insomma, sarebbe un mondo come quello romano, in cui le attività c.d. servili erano compiute da schiavi e i cittadini liberi si dedicavano ad altro.
L’otium romano, infatti, non era un dolce far niente, ma avere le mani libere per occuparsi di amministrazione, attività intellettuali, arte, politica e filosofia, palestra, artigianato creativo. Il mio personale sogno è un’«Alexa» con mani e piedi, cui poter chiedere un caffè mentre leggo le agenzie in internet e, magari, una citazione che mi serve per un articolo, una citazione che prima di «alexa» mi avrebbe costretto a perdere ore sui libri. Ben venga, dunque, il mondo dei robot, antichissimo anelito dell’umanità. Che cosa faranno, allora, gli uomini? Bah, non sta a me suggerirlo, paghiamo i problem solvers per questo, paghiamo i politici e i loro consulenti. Solo che, finalmente, i fornai troveranno personale, perché ormai i giovani non hanno più voglia di fare un lavoro che li costringe a dormire di giorno. Gli immigrati, dite? Seeeh, serve solo a rimandare la questione. Appena avranno due spicci in tasca cominceranno anche loro a non aver voglia di lavorare di notte.
Pensate: un robot virologo. Privo di protagonismi, di vanità e di cambiamenti di idee, sempre aggiornato in tempo reale. Ripeto, abbiamo un esempio storico ben preciso: l’abolizione cristiana della schiavitù fu un fatto epocale e continentale. Lo si studi, si vedrà che si può fare con gran vantaggio di tutti. Certo, ci vogliono investimenti. Ma quelli che hanno quasi tutti i soldi del pianeta conoscono il loro mestiere. Un solo esempio: sta per essere lanciato (sempre che non l’abbiano già fatto) un telescopio satellitare che, dicono, dovrà studiare l’origine dell’universo. Costo: dieci miliardi di dollari.
Ora, il fissato verde e il marxista attardato potranno dire: ma perché sprecare tutto questo denaro per una ricerca che al massimo interesserà quattro gatti di astronomi? Ingenui: pensate davvero che chi spende dieci miliardi di dollari non abbia fatto i suoi conti? E che non abbia previsto un ritorno moltiplicato? Certo, poi l’egoismo umano ci metterà lo zampino e le rose avranno le spine. Ma non è così anche adesso?
Rino Cammilleri, 29 dicembre 2021