Roccella silenziata dalle femministe: ecco la vera censura fascista

La ministra è stata contestata e costretta ad abbandonare gli Stati Generali della Natalità. La sinistra resterà in silenzio?

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rocella protesta

La sinistra parla tanto, assolutamente troppo, di censura fascista e perde di vista le vere azioni antidemocratiche. Pressochè quotidianamente troviamo lo Scurati o lo Zerocalcare di turno a lamentarsi dei pericoli per la libertà di espressione. Ma poi compagni e compagnucci non aprono bocca di fronte alle vere minacce per la libertà. Ne sa qualcosa la ministra Eugenia Roccella, vittima ancora una volta di una protesta degli attivisti rossi durante gli Stati Generali della Natalità organizzati a Roma.

Durante il suo intervento, un gruppo di studenti ha iniziato a rumoreggiare e a esporre dei cartelli con un messaggio forte e chiaro: “Sul corpo mio decido io”. Poi, appena la titolare della Famiglia ha preso la parola, sono partiti fischi e urla, che l’hanno spinta a rinunciare al suo discorso e ad abbandonare l’evento. Altro che Scurati, altro che Saviano, altro che Bortone. Questa è la vera censura fascista: è contro la democrazia chi ti impedisce di parlare, non chi la pensa diversamente da te. Con buona pace dei soliti soloni.

La protesta porta la firma di una cinquantina di studenti in collaborazione con il movimento transfemminista Aracne. E merita particolare attenzione la stilettata della Roccella: “Sono certa che la segretaria del Pd Elly Schlein, tutta la sinistra, gli intellettuali – Antonio Scurati, Roberto Saviano, Nicola Lagioia, Chiara Valerio – la ‘grande stampa’ e la ‘stampa militante’ che abbiamo visto in queste ore mobilitata in altre sedi, avranno parole inequivocabili di solidarietà”. Ovviamente sappiamo come andrà a finire: nessuno esprimerà solidarietà alla ministra. Né politici né intellettualoni, nessuno di quelli che blatera di ritorno del fascismo stigmatizzerà un’azione del genere, mirata a silenziare le idee sgradite.

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Il modus operandi è ormai noto: se non aderisci al pensiero unico della sinistra, il violento interviene togliendoti la possibilità di parlare. Lo zenit dello squadrismo. Nessuno decide del corpo altrui, ci mancherebbe: ma questo non significa dover accettare o addirittura condividere i diktat della comunità femminista o della galassia Lgbt. Un attentato alla libertà di opinione, coltivato anche grazie all’appoggio dei giornali di sinistra, sempre pronti a gettare benzina sul fuoco contro il governo. Immaginate un altro scenario: Zan contestato da militanti di destra durante un evento dedicato al cambio di sesso. Cosa direbbe la Schlein? Come si schiererebbe il M5s? Landini avrebbe proclamato lo sciopero? Le risposte a queste domande le conosciamo. E sono incredibilmente infelici.

Massimo Balsamo, 9 maggio 2024

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