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Roma e Milano: cosa c’è dietro il suicidio del centrodestra - Seconda parte

Malgrado questo, nella partita di Milano e Roma il centrosinistra pare agguerrito e stringe i ranghi insieme al grillismo di ridotta mentre dall’altra parte restano esitanti, coperti, senza candidati pesanti; forse saranno divisi pure su questi, anzi senza forse, ma insomma dove stanno? Brutto, pessimo segnale, di debolezza, di stanchezza, quasi di disinteresse. C’è come un ripiegamento, un vittimismo che porta a lagnarsi regolarmente dei poteri forti, del regime, della prepotenza di sinistra, atteggiamento perdente che non contempla l’ipotesi inversa, non lagnarsi ma governare questi poteri, entrare davvero nel gioco e affrontare le difficoltà. Invece se ne scappano. Soluzione suicida e non solo a livello amministrativo, che sarebbe già abbastanza. Un centrodestra così ripiegato, così balbettante a livello di governo cittadino finisce per scoraggiare anche in prospettiva politica e questa disaffezione, se ne accorgano o meno i suoi leader, è già cominciata, basta scorrere gli amati social: sempre più gente che non si capacita, che abbandona, che non si riconosce in una coalizione fantasma, che scrive senza mezzi termini: questi fanno di tutto per non vincere proprio. Da lì a considerarli anche loro interessati solo alle personali poltrone, ai vitalizi, dalla coalizione alla colazione, è un attimo.

Max Del Papa, 7 maggio 2021

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