Se negli anni passati la sessione invernale del calciomercato ci aveva talvolta regalato operazioni in grande stile (in tempi recenti su tutte il passaggio di Vlahovic dalla Fiorentina alla Juventus), quella che si è conclusa a fine gennaio non ha evidenziato colpi degni di nota, caratterizzandosi al contrario per un sostanziale immobilismo dei principali club italiani.
La rottura Zaniolo-Roma
In questo contesto, sicuramente poco esaltante, ha tenuto banco l’affaire Zaniolo-Roma con la rottura tra il calciatore ed il club (difficile attribuire con precisione le responsabilità di tale rottura, più probabile un “concorso di colpa”) che è salita agli onori delle cronache catalizzando l’attenzione degli addetti ai lavori.
Dapprima il Bournemouth si è fatto avanti con un’offerta attorno ai 30 milioni di euro che ha incontrato il gradimento della Roma ma non quello del calciatore (probabilmente poco incline all’idea di trasferirsi in un club che veleggia nei bassifondi della Premier League). Parallelamente si è manifestato l’interesse del Milan la cui proposta però, per formula e cifre, non è risultata in linea con le richieste della Roma trovando invece l’apprezzamento del calciatore.
Questa situazione di sostanziale stallo si è trascinata fino alla chiusura della sessione “risolvendosi” con la cessione a titolo definitivo di Zaniolo al Galatasaray (la chiusura della finestra del mercato turco è posticipata rispetto a quella dei principali mercati europei) per una cifra complessiva attorno ai 30 milioni di euro (in buona parte sotto forma di bonus al verificarsi di determinate condizioni) ed una percentuale sulla eventuale futura rivendita del calciatore.
Ciò che appare evidente di questa vicenda è che le modalità e le tempistiche con le quali si è consumata la rottura – in una delle sessioni tra le più “povere” degli ultimi decenni – non siano state certamente “premianti” per gli attori coinvolti.
Roma in posizione di debolezza
Il club si è trovato in una posizione di grande debolezza di fronte a possibili acquirenti essendo ormai nota a tutti la volontà di Zaniolo di cambiare aria (peraltro con il contratto in scadenza nel 2024); se uniamo a questo il fatto che non si è scatenata nessuna asta per il calciatore all’interno di una sessione di mercato tra le più asfittiche di sempre appare chiaro come non vi fossero i presupposti per una cessione a cifre mirabolanti.
Probabilmente soltanto un anno fa un’offerta da 30 milioni per Zaniolo sarebbe stata rispedita al mittente e non ritenuta congrua per quello che (forse giustamente) era ritenuto uno dei talenti di maggiore prospettiva del calcio italiano. Tuttavia, alla luce di come sono precipitate le cose, la scelta di cedere subito il calciatore si è rivelata saggia ed ha permesso di evitare scenari peggiori, scongiurando una “svendita” dello stesso magari in estate, a pochi mesi dalla scadenza dal contratto e dopo un periodo ai margini della rosa (da separato in casa).
Alla fine buon compromesso
Dal canto suo Zaniolo probabilmente sperava di attirare l’attenzione di alcuni grandi club europei, circostanza che sicuramente avrebbe gradito anche la Roma, ma che nei fatti non si è verificata. Il Bournemouth, non propriamente espressione dell’élite del calcio europeo, non lo ha convinto mentre il Milan (che per blasone e storia è a tutti gli effetti nel gotha del calcio del vecchio continente) non ha convinto la Roma. Il passaggio in extremis al Galatasaray è stato sicuramente vantaggioso in termini di ingaggio (niente male il quadriennale a 3,5 milioni di euro a stagione) anche se è più difficile affermare che tale trasferimento costituisca un decisivo salto in avanti per la sua carriera calcistica; è verosimile che il club turco si configuri come una tappa “interlocutoria” nel percorso di Zaniolo, il quale con ogni probabilità punterà a rientrare nei radar di top club europei già a partire dalle prossime sessioni di mercato.
La sensazione di fondo quindi è che l’operazione Galatasaray abbia rappresentato una buona soluzione di “compromesso” sia per la Roma che per Zaniolo, garantendo ad entrambi una via d’uscita più che dignitosa da una situazione di stallo per nulla ideale; probabilmente non l’operazione ottimale o che tutti sognavano ma quella migliore per come ad un certo punto si erano messe le cose.
Viste le premesse e la sua evoluzione, si può dire che in fin dei conti questa vicenda si sia risolta bene (ma forse non benissimo).
Enrico Paci, 8 marzo 2023