Emily Hand, di nove anni, dopo essere stata rilasciata da Hamas e aver riabbracciato il padre, la madre l’aveva persa poco tempo prima a causa di un tumore, ha confidato che pensava di essere stata prigioniera di Hamas per un anno. La paura, lo stress e chissà cosa altro ancora, le avevano fatto perdere il senso del tempo. Ha raccontato inoltre che non le era permesso parlare ad alta voce, ha imparato a dire “stai zitta” in arabo, cosa che in quei lunghi giorni le è stata urlata in faccia chissà quante volte.
Il dodicenne Eitan Yahalomi ha raccontato che quando i bambini piangevano i terroristi di Hamas li ha minacciavano con le armi. Per sopravvivere a quelle condizioni hanno dovuto imparare a non esternare le loro emozioni. Paura, fame e bisogni fisici. Eitan ha confermato che erano tenuti in profondità, nei tunnel sotterranei, a volte soli, a volte insieme, che sono stati picchiati con dei bastoni e che avevano solo delle sedie di plastica su cui dormire. Non era permesso loro di lavarsi e per usare il bagno dovevano aspettare ore.
Gli ostaggi liberati sono stati trovati affetti da grave malnutrizione, hanno perso fra i 5 e i 10 chili di peso. In un caso si è registrata una perdita di 20 chili. Veniva loro dato un solo pasto al giorno, riso, a volte pane, a volte niente. Quando erano tenuti insieme, gli uomini davano le loro porzioni agli anziani e ai bambini per tenerli in vita.
Eitan, come già riportato in un altro articolo, ha detto ai suoi genitori che i terroristi lo hanno costretto a guardare un’ora di filmati del massacro del 7 ottobre. Lo stesso filmato che Israele ha mostrato a proiezioni chiuse a giornalisti e politici selezionati, molti dei quali sono scappati in lacrime prima della fine della proiezione. Quando è stato portato a Gaza sul retro di una moto di Hamas, i terroristi lo hanno sequestrato mentre era solo, i civili palestinesi, di tutte le età, che sono usciti in strada lo hanno felicemente picchiato.
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Sempre i civili a Gaza hanno avuto la possibilità di salvare Ron Krivoi uno degli ostaggi con doppio passaporto, russo e israeliano, che era riuscito a scappare dai suoi carcerieri dopo il crollo dell’edificio in cui era tenuto prigioniero a causa di un bombardamento. Ron ha tentato di fuggire dalla Striscia di Gaza riuscendo a rimanere nascosto per quattro giorni di fila, riparandosi durante le ore di luce e vagando di notte alla ricerca di un modo per tornare in Israele. Ma la gente di Gaza che lo ha trovato e fermato lo ha immediatamente riportato ad Hamas. Ron deve sicuramente la vita al passaporto russo che aveva in tasta, altrimenti sarebbe stato ucciso per il suo tentativo di fuga.
Alma Avraham, 84 anni, che sta lottando per la sua vita nella terapia intensiva dell’ospedale Soroka di Beer Sheva, aveva disperatamente bisogno di medicine. La sua famiglia per giorni ha implorato sia la Mezzaluna Rossa che la Croce Rossa Internazionale di portargliele, ma le suppliche dei famigliari sono rimaste inascoltate.
Yaffa Adar, 85 anni sopravvissuta alla Shoah, che è stata tra le prime ad essere rilasciata, ha raccontato di aver implorato gli uomini di Hamas di liberare Alma e altre donne anziane, che erano malate e rischiavano di morire, prima di lei, ma anche in questo caso il sadismo dei terroristi ha avuto la meglio. Prova è che prima della fine del cessate il fuoco Hamas ha rilasciato solo ostaggi che hanno familiari sequestrati.
Solo poco prima di essere liberati è stato permesso loro di lavarsi e gli è stato dato un cambio di vestiti. Gli è stato inoltre ordinato di sorridere e salutare i terroristi mascherati di Hamas per le foto e i filmati di propaganda. Cosa che hanno dovuto fare per non provocare ritorsioni ai danni di chi è ancora in prigionia.
I civili di Gaza però non erano probabilmente stati avvertiti, infatti hanno inseguito con atteggiamenti minacciosi i furgoni della Mezzaluna Rossa che scortavano gli ostaggi fuori da Gaza.
In quelli che dovevano essere filmati di propaganda, si vedono infatti persone di tutte le età che saltano sui veicoli e battono i pugni contro i finestrini al fine di terrorizzare gli ostaggi, in fase di rilascio, in un’ultima mostra di barbara crudeltà.
Michael Sfaradi, 3 dicembre 2023
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