Ruffini, il nuovo idolo della sinistra in cerca d’autore

L’addio polemico all’Agenzia delle Entrate: “Lottare contro chi evade sembra una colpa”. Il flirt politico

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Ruffini

Neppure il tempo di congedarsi dall’Agenzia delle Entrate che già per Ernesto Maria Ruffini sembrano spalancarsi le porte girevoli della politica. È bastata appena qualche dichiarazione critica lanciata con stizza all’indirizzo dell’esecutivo di centrodestra, reo, secondo il punto di vista dell’ormai ex numero uno dell’AdE, di non fare abbastanza per contrastare la piega dell’evasione fiscale, per fare di un semisconosciuto senza nessuna esperienza politica alle spalle un leader autorevole e carismatico. Buono sia per ricompattare il campo largo di centrosinistra alle prese con le solite logoranti lotte intestine, che nell’ipotesi di ricostituire quel Terzo polo centrista disintegratosi dopo la colossale batosta subita alle ultime Elezioni europee.

Oppure, ancora meglio, per rifondare un Centro cattolico e moderato che possa posizionarsi stabilmente in coalizione con il centrosinistra nel tentativo di poter finalmente minare il primato elettorale del centrodestra. Insomma, Ernesto Maria Ruffini sembrerebbe essere di colpo diventato il nuovo astro nascente della politica italiana, l’uomo valido per tutte le stagioni e per tutte le occasioni, capace persino di restituire vigore ad un centro oggi praticamente inesistente, e, al contempo, federarlo con quella moltitudine impazzita di partiti orbitanti nella variegata galassia di centrosinistra.

Sulla base di tali aspettative, l’ex dg dell’Agenzia dell’Entrate si troverebbe a dover fare da solo, e in brevissimo tempo, tutto quello che non sono riusciti a realizzare nel corso degli anni i diversi leader di centrosinistra affacciatisi sulla scena politica. Ovverosia: riuscire nella titanica impresa di mettere insieme in un unico contenitore centrista i vari Renzi, Calenda e Bonino, per poi costruire una stabile e duratura alleanza tra questi e i vari Conte, Schlein, Bonelli e Fratoianni. In pratica, Ruffini non dovrebbe semplicemente garantire il suo impegno politico per la causa centrista, come paventato nelle ultime ore dai media, ma dovrebbe direttamente attrezzarsi per la buona riuscita dei miracoli, sebbene l’ex direttore dell’AdE non sembri essere pronto né per i miracoli né tantomeno per un impegno politico in prima persona.

Anche perché, è bene ricordarlo per i tanti smemorati che continuano ad invocarne a gran voce il nome, ad oggi, l’unico merito di Ruffini è quello di essersi scagliato pubblicamente contro il governo in carica, additandolo severamente come esecutivo filo-evasori. E se ciò può essere sufficiente per fare di un dirigente pubblico sconosciuto ai più il nuovo idolo del centrosinistra, è probabilmente ancora troppo poco perché tale Ernesto Maria Ruffini possa essere prontamente considerato il nuovo Alcide De Gasperi.

Salvatore Di Bartolo, 15 dicembre 2024

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