In giornata, il Parlamento Europeo ha votato la risoluzione per riconoscere la Federazione Russa come Stato “sponsor del terrorismo”. Il testo prevede la ferma condanna alle azioni del Cremlino in territorio ucraino, specificando come le “gravi violazioni del diritto internazionale e umanitario compiute sono atti di terrore e crimini di guerra”. Accanto, il provvedimento ha intimato una rapida conclusione del nono pacchetto di sanzioni, nonché la volontà di indagare su qualsiasi tentativo di Mosca di eludere le misure messe in gioco da Bruxelles. La risoluzione attribuisce poi lo status di “terrorista” anche all’organizzazione paramilitare “Gruppo Wagner”, certificando nei fatti quello che aveva ribadito l’assemblea parlamentare della Nato, riunitasi due giorni fa per la 68esima sessione annuale.
Russia “Stato terrorista”
Il provvedimento è stato deliberato con 494 voti favorevoli, 58 contrari e 44 astenuti, tra cui gli eurodeputati del Movimento 5 Stelle. Lo stesso Giuseppe Conte, nella giornata di ieri, aveva ribadito l’intenzione di non votare il testo, perché “in Ucraina è il momento di alzare i toni della pace” e di “posare le armi”. Una posizione, però, che rimane la stessa da inizio conflitto per il partito di Beppe Grillo, tra i più restii anche in sede nazionale ad avallare i pacchetti di armi e di sanzioni del governo Draghi.
Ma il cortocircuito vero e proprio arriva direttamente dal Partito Democratico. Dopo aver tacciato di “filorussismo” l’intera destra italiana (pure Giorgia Meloni, nonostante sin dallo scoppio della guerra abbia una nettissima posizione atlantista), alla risoluzione del Pe sono quattro i deputati italiani ad aver votato contro. Una è Francesca Donato, ex Lega e divenuta celebre per le sue posizioni no vax; gli altri tre sono proprio esponenti dell’area progressista, del gruppo dei Socialisti & Democratici: Pietro Bartolo, Andrea Cozzolino e Massimiliano Smeriglio. Tutti e tre targati Pd.
Pd filorusso
Insomma, pare che Enrico Letta abbia più filorussi di quanti ne abbiano insieme Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, stando alla votazione della risoluzione di oggi. Situazione che ha imbarazzato pure La Repubblica, che si limita a parlare di “tre italiani contrari”, senza specificare l’appartenenza al partito. Immaginiamo (nostra deduzione, ovviamente) che se si fosse parlato di tre membri di Fdi, per esempio, il trattamento sarebbe stato ben diverso, con accuse di strizzare l’occhio a Putin nei confronti dei vertici del centrodestra italiano.
Eppure, non pare essere una novità, quella di un Pd filorusso. Pochi mesi fa, sulle colonne di nicolaporro.it, ricordavamo come i leader che hanno ricevuto più finanziamenti dalla Russia sono proprio i socialisti europei. E ancora, il Partito Democratico rimane quel segmento che prende vita dal movimento italiano che, più di tutti nella storia, ha ricevuto sovvenzioni dall’Urss: il Partito Comunista italiano. Ma pare che gli amici di Putin siano sempre gli altri. A volte, però, sarebbe meglio guardare nel giardino di casa propria. Altrimenti, si rischiano queste figuracce.