Cronaca

“Sabotaggi, perché no?”. Gli ecoattivisti ora alzano il livello dello scontro

Ultima Generazione in corteo a Padova. Nessuna condanna agli attacchi alle infrastrutture energetiche in Germania: “La violenza…”

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Sono ancora gli attivisti di Ultima Generazione ad essere in prima linea per la tanto ventilata “emergenza climatica”. Questa volta, davanti al palazzo di Giustizia di Padova, i giovani militanti hanno manifestato contro i dodici avvisi di garanzia per associazione a delinquere per altrettanti membri dell’associazione. “I criminali sono al governo” e “investono nella nostra morte” sono solo alcuni degli slogan utilizzati durante la protesta nella città veneta.

Ma non è solo la magistratura italiana muoversi contro gli imbrattatori di opere e monumenti, per ultimo protagonisti dello sfregio di pochi giorni fa a Roma alla Fontana di Trevi. Questa volta, la linea più dura arriva direttamente dalla verde Germania, dove il governo ha risposto con lo schieramento di 170 poliziotti, perquisizioni a tappeto, fino ad arrivare ad identificare il movimento come “associazione criminale”.

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E non finisce qui. Due giovani del gruppo sono stati accusati del sabotaggio dell’oleodotto transalpino, che collega Trieste direttamente alla Baviera, bloccando e chiudendo le linee petrolifere. Insomma, il livello si è alzato: a Berlino, il problema non riguarda più “semplici” imbrattamenti o blocchi stradali, ma si tratta di vere e proprie azioni contro l’economia e la produzione industriale del Paese. Anno scorso in territorio tedesco ci sono stati più di 30 tentativi di bloccare le linee petrolifere: gli attivisti sono penetrati nei siti meno sorvegliati chiudendo le valvole.

La cosa preoccupante, forse, è che anche in Italia c’è chi giustifica i sabotaggi e punta ad alzare il livello dello scontro. Ai microfoni di Quarta Repubblica, un militante si è detto convinto che il sabotaggio di un gasdotto sia “un messaggio che arrivi davvero alla popolazione” e “bloccare una cosa così forte è efficace”. “La violenza è misurabile in base a quella che riesce ad impedire: se io distruggo un carro armato impedisco una violenza maggiore e lo stesso fa un oleodotto”. Per un’altra attivista, invece, occorre “alzare l’asticella”: “È un”azione molto forte” colpire infrastrutture strategiche, ma “significa lanciare un messaggio che arrivi davvero alle persone”. Insomma: “È più efficace” rispetto ad imbrattare qualche opera d’arte, quindi tra gli ambientalisti italiani radunati a Padova nessuno condanna quanto messo in atto dai “colleghi” tedeschi. “Sono sabotaggi, perché no? – dice un attivista – Non si sta facendo danni alle persone… Non è che ho fatto saltare la centrale di una città”. Si tratta semplicemente di “mettere i bastoni tra le ruote”.

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