Cronaca

Salis vuole abolire il carcere. Tranne quello per Salvini

L’eurodeputata smentisce se stessa: “Non mi interessa se andrà in galera”. Eliminiamo le prigioni solo per stupratori e assassini?

Salis Carcere © MivPiv tramite Canva.com

La serietà di chicchessia la si valuta principalmente dalla capacità di rimanere coerenti. Con se stessi e con le proprie convinzioni. In politica capita spesso, molto spesso, forse troppo, di trovarsi di fronte ad esponenti di partito che oggi sostengono l’opposto di quello che predicavano un tempo. Accade. Tuttavia di solito anche i più spregiudicati conservano la decenza di non cambiare idea nel giro di una settimana e soprattutto di non fare così platealmente figli e figliastri. Ilaria Salis però è da poco sbarcata all’Europarlamento dunque ci sta che non abbia ancora preso del tutto la mano con l’antica pratica sinistra del doppiopesismo.

Forse ricorderete che a fine agosto, colpevole la calura estiva, la Salis dopo una visita a San Vittore disse di voler abolire le carceri. Non quelle minorili, proposta arrivata in seguito forse per correggere il tiro. Ma gli istituti di pena tout court. Testualmente: “Io però credo che si debba andare verso una società che superi il carcere…” perché l’unico obiettivo deve essere “il reinserimento” invece di “concentrare un sacco di persone in un unico luogo”. Una teoria di una certa profondità, una scelta ideologica – discutibile se volete – ma pienamente legittima: abbattere le case circondariali e trovare una modalità differente per risolvere i “rapporti di ingiustizia”, cioè i crimini. Giusto. Bene. Bis.

Però allora il principio bisogna applicarlo a tutti i reati, anche quelli ministeriali, non solo a stupratori, spacciatori, assassini, pedofili e ladri. Invece nisba. Alla Fabbrica del Vapore a Milano, in coppia con Zerocalcare, Ilaria ha ribadito la sua idea di un mondo che superi il “sistema carcerario” ma ci ha fatto capire di non voler applicare il credo a Matteo Salvini. Il vicepremier infatti rischia sei anni di galera per le scelte adottate al tempo del governo giallo-verde. Poco importa che la Salis non approvi l’approccio muscolare contro l’immigrazione irregolare: se abolizione del carcere deve essere, allora Ilaria dovrebbe indignarsi anche per la richiesta di condanna avanzata dai pm di Palermo per il caso Open Arms. O almeno affermare: “Coerentemente con le mie idee, ritengo che Salvini non debba andare dietro le sbarre perché le prigioni vanno abolite”. Invece, di nuovo, nisba.

A domanda diretta, Salis se ne è uscita affermando che non le “interessa se Salvini andrà in carcere o meno” (ma come?), perché lei pensa “solo ai 30 mila morti nel mar Mediterraneo negli ultimi dieci anni”. Due brevi appunti. Primo: se le prigioni vanno “superate”, se “non funzionano” e rischiano di trasformare i criminali in criminali peggiori, allora deve interessarti eccome se un signore per aver applicato un indirizzo politico rischia di passare dietro le sbarre le prossime sei primavere. Secondo: forse Salis non ricorda che il numero minore di decessi nel mare nostrum si è registrato proprio quando Salvini firmava quei decreti per cui oggi vorrebbero sbatterlo in galera.

Giuseppe De Lorenzo, 16 settembre 2024

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