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Salvini come Pinochet: l’ultimo delirio di Nanni Moretti

Nanni Moretti è tornato e ancora una volta è salito in cattedra per dare una lezione al Paese in occasione della presentazione del suo docufilm sull’ambasciata italiana durante il golpe di Gustavo Pinochet in Cile ai danni di Salvador Allende. Durante una lunga intervista a Venerdì di Repubblica, infatti, apprendiamo che ha capito il senso del suo film solo quando Matteo Salvini è andato al governo: il ministro degli Interni, in pratica, è come in pratica Pinochet.

Ovviamente siamo alla malafede più completa perché, come voi potrete vedere aprendo le finestre, in Italia non c’è stato alcun colpo di Stato. Ma non è tutto. Nanni Moretti, nell’intervista, dice che prima c’era una memoria condivisa, valori condivisi quali l’antifascismo e la Resistenza e ora non più. Di chi è la colpa. Del Caimano, al secolo Silvio Berlusconi, naturalmente. Colpa anche sua, quindi, se ci troviamo in questa situazione con Salvini-Pinochet proteso al potere assoluto.

Insomma, sembra che Nanni Moretti faccia dei film solo per poter rilasciare interviste come questa. Sono cinquant’anni che va nella direzione opposta (che ritiene giusta) rispetto a quella in cui si muove il mondo, ma non è mai sfiorato da un sospetto: che il coglione sia lui e non gli altri.

 

 

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