L’annuncio di una tassa sugli extra-profitti delle banche da parte del vicepremier e ministro Matteo Salvini ha suscitato le reazioni che conoscete. Il crollo in borsa dei titoli bancari, parzialmente recuperato dal rimbalzo odierno. Il plauso di Giuseppe Conte, primo promotore della misura. E le (poche) critiche di sparuti liberali sul principio di extraprofitto e tassazioni retroattive.
Salvini “redistribuisce” le ricchezze
Che si trattasse di una norma sostanzialmente poco liberale lo abbiamo detto ieri. E oggi lo conferma lo stesso leader della Lega: “Stiamo parlando di un settore che sta facendo miliardi e miliardi di euro di guadagni senza muovere un dito in conseguenza di scelte altrui – spiega il vicepremier in radio – Le principali 5 banche italiane nei primi 6 mesi di quest’anno, grazie all’aumento dei tassi della Bce, hanno fatto più di 10 miliardi di utile: sono 20 miliardi su base annua. Mi sembra che redistribuire ai cittadini italiani che hanno più difficoltà una piccola parte di questi guadagni sia un’opera economicamente e socialmente doverosa”. Redistribuire, capito? E a quale scopo? “Con il prelievo straordinario – promette Salvini – noi vorremmo confermare l’aumento degli stipendi e delle pensioni. Togliere ai ricchi per dare ai pensionati: non proprio un principio liberale.
Le critiche di Toti
Per fortuna, critiche sono arrivate dal presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, che ha bollato la manovra come un comportamento tipico dei marxisti, non dei liberali. “Di chi sono le banche? – scrive Toti su Fb – Degli azionisti. E chi sono gli azionisti? Per lo più tutti voi che avete un fondo pensioni, un piano di accumulo, qualsiasi forma di risparmio gestito”. Secondo il governatore, il possibile gettito di 4 miliardi di euro ha portato a una perdita di circa 10 miliardi di euro in borsa, impoverendo ulteriormente i risparmiatori italiani. “Quindi, il saldo, ad oggi, è che i risparmiatori italiani sono più poveri, non più ricchi. Forse andava pensata meglio e da liberale bisognerebbe avere più fiducia nel mercato e meno nella politica”.
Il crollo il borsa, poi il rimbalzo
La reazione dei mercati finanziari non si è fatta attendere. I future sugli indici europei hanno subito un rialzo segnando una progressione dell’1% sui contratti sul Ftse Mib e dello 0,8% su quelli sull’Eurostoxx 50. In pre-apertura i titoli del comparto bancario, che ieri avevano bruciato 10 miliardi di capitalizzazione dopo l’annuncio sulla tassa sugli extra profitti, hanno recuperato qualcosa. Il merito, forse, va anche al comunicato di ieri con cui il Mef ha reso nota l’introduzione di un tetto al contributo straordinario pari allo 0,1% del totale dell’attivo. La clausola pensata dagli uffici di Giorgetti permetterebbe di “contenere” il gettito della tassa entro i 3,2 miliardi contro i 5 miliardi ipotizzati ieri.