Al Quirinale il piano B di Salvini e di Maio è arrivato forte e chiaro. I due leader del Movimento 5 Stelle e della Lega, appena tutti i tentativi per formare una maggioranza saranno naufragati, sono d’accordo per fare un passo indietro e dar vita ad un governo del Presidente guidato da Sabino Cassese che porti ad elezioni anticipate in autunno.
Giggino e Matteo pretenderanno un solo punto all’ordine del giorno: la riforma elettorale. Stanno pensando concretamente ad un doppio turno, magari anche con uno sbarramento al 5 per cento. Puntano sul grande vantaggio del voto ad ottobre, prima della legge di bilancio, così che entrambi non smentiranno i loro programmi elettorali. Il governo temporaneo varerà la manovrina di aggiustamento chiesta dalla Commissione Europea, ma è dopo le elezioni, quando uno di loro avrà tutta la legislatura davanti, che si farà la vera programmazione economica. Il patto tra i due è quello di rendere irrilevanti Berlusconi e Renzi.
La nuova legge elettorale permetterà alla Lega di rompere serenamente con Forza Italia, con la possibilità magari di mettere nelle liste del Carroccio decine di fuoriusciti azzurri che il governatore della Liguria, Giovanni Toti, sta forse già individuando. Per il PD un sistema di voto così concepito sarà un duro colpo da digerire ma non potrà far a meno di subirlo. Vista l’emergenza del momento, potrebbe registrarsi un colpo d’ala di Matteo Renzi, il quale potrebbe farsi il suo Partito alla Macron, come molti dei suoi fedelissimi gli stanno consigliando nonostante alcuni sondaggi non troppo favorevoli.
Stando a questo piano B, Salvini e Di Maio rinunceranno a fare i Premier e accetterebbero di buon grado un Presidente suggerito dal Capo dello Stato che non otterrebbe la fiducia ma che, a differenza del modesto esecutivo Gentiloni, rappresenterebbe più fedelmente le Camere uscite dal voto di marzo.
Al Quirinale piace molto Sabino Cassese, passato indenne da Enrico Mattei a ministro del governo Ciampi fino alla Corte Costituzionale proprio con Sergio Mattarella che sembra vivere infatti una seconda giovinezza.
Bastava sentirlo qualche giorno fa alla presentazione di un libro o leggerlo in alcuni suoi editoriali. Questa forza a questo geniale avellinese ottantatreenne di Atripalda cosa gliela può dare se non il fatto di aver avuto autorevoli assicurazioni di poter concludere la sua straordinaria carriera sedendo qualche mese a Palazzo Chigi? Vale sempre il vecchio detto “comandare meglio che fottere“.
Con buona pace degli indicatori economici, tutti orientati verso il basso e del Presidente Sergio Mattarella che sembra sempre di più asserragliato al Quirinale come il negoziatore della serie televisiva la Casa di Carta disorientato tra tante maschere.
Luigi Bisignani, Il Tempo 29 aprile 2018