Il leader della Lega e ministro Matteo Salvini poco fa ha parlato in piazza di “sogno europeo” tradito. Ci penserà proprio la Lega, dopo le elezioni di maggio, a riportare l’Unione europea sulla retta via. Dare un volto alle istituzioni di Bruxelles e legittimarle sul piano democratico è impresa da far tremare i polsi a chiunque. Vedremo se Salvini, indicato da molti come il futuro leader europeo, sostenuto dagli altri Paesi “critici”, sarà capace di portare a termine una impresa titanica.
Sul piano interno, la notizia è un’altra. La Lega completa la sua trasformazione. Da movimento del Nord a partito nazionale, da movimento libertario a partito identitario, da movimento antieuropeista (almeno negli anni di Salvini) a partito europeista, a modo suo. Chissà se tutti i vecchi elettori della Lega saranno soddisfatti di questa evoluzione.
Senz’altro Salvini, presentandosi come volto umano delle istituzioni europee, erode ancora un po’ di terreno elettorale al centro dove Forza Italia, per non lasciarsi inghiottire dalla Lega, ha cercato di differenziarsi proprio ponendosi come forza responsabile ed europeista. Ma ora su questo tema trova sulla sua strada un ostacolo inatteso: il sempre più ingombrante alleato (?) leghista.
Alessandro Gnocchi, 8 dicembre 2018