Rassegna Stampa del Cameo

Salvini, l’establishment aveva già deciso - Seconda parte

Nel caso di questa lettera aperta invito i direttori dei quotidiani cartacei e di quelli digitali, che spesso riprendono i miei pezzi dal Blog, di pensarci bene prima di pubblicarla. Scrivere a un “politicamente appestato” come lei, caro Salvini, è atto quantomeno sconsiderato, figuriamoci pubblicarlo. Quello che poteva fare per il paese, difendere i confini e ripristinare la legalità, lei l’ha fatto. Per quel che vale (nulla) io gliene sono sinceramente grato. E tutti i 27 capi dell’Europa la pensano come lei: non lo dicono, ma i migranti nessuno li vuole, se non quelli delle ZTL e delle staff vaticane, per i quali è argomento di conversazioni salottiere finto umanitarie che però, curiosamente, li eccita.

Sarò breve. Si dimetta da vicepremier e da ministro, chieda di essere sostituito da Giancarlo Giorgetti. Ma non faccia cadere il governo, tanto le elezioni anticipate non ci saranno mai: sono birbanti, ma non fessacchiotti. Se ne vada in punta di piedi, l’ottanta per cento dei cittadini, anche quelli che non la votano, sanno che il suo compito lei l’ha compiuto: ripristinare la legalità sul problema migranti.

Lei è diventato, nel bene o nel male, l’uomo considerato più potente in Italia. Ma questa è una fake truth istituzionale. Lei, e immagino lo sappia, è potente solo sulla carta e solo in termini di immagine. Il potere vero è rimasto nei tabernacoli ove è sempre stato, e continua a stare, e a essere gestito dai soliti noti. Lei ha toccato una delle ostie benedette, si è inventato quota 100 e lì si è politicamente suicidato. Tutto qua.

Sono convinto che, come capo della Lega, comincerà per lei una vita nuova, prenda la politica come un divertissement, vedrà, sarà felice.

Riccardo Ruggeri, 13 febbraio 2020

Zafferano.news

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