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Salvini mazziato, Grillo coccolato dai media

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I tempi dell’“intellettuale organico” a sinistra son finiti da un bel po’. Oggi non ce ne è bisogno: la “vecchia talpa” ha lavorato così bene che gli “intellettuali” (studiosi, giornalisti, editori, operatori culturali) si adeguano istintivamente, e anche spesso in maniera irriflessa, ai desideata facilmente prevedibili di quella parte politica. L’“impegno” di un tempo è diventato il conformismo dell’oggi. Poiché la sinistra vive da sempre sullo schema dell’amico-nemico (che certa destra non fa spesso altro che replicare di rimessa), essa ha bisogno costantemente non di un avversario politico ma di un vero proprio Nemico assoluto, quasi la reincarnazione del Male o meglio l’oggetto totemico su cui riversare le proprie contraddizioni e costruire una propria identità. Ca va sans dire che il Nemico è delegittimato moralmente prima che politicamente, e ogni suo movimento è interpretato in modo rigido: se fai il “buono” sei uno sciacallo, se dici verità scomode sei un “truce” e un “malvagio”.

Oggi questo ruolo tocca in primis a Matteo Salvini, il quale, appena si muove, è bersagliato dai media avversi (cioè quasi tutti, considerata la suddetta egemonia culturale della sinistra). Quanto invece a Beppe Grillo, che pure con tutta la truppa pentastellata si era in precedenza meritato insulti e persino denunce penali dalla sinistra, ora che è suo alleato viene ignorato dai media anche quando i suoi interventi sono beceri e riprovevoli in sommo grado. I giorni di Natale ci hanno dato ancora una volta una plastica dimostrazione di questo diverso trattamento.

Cominciamo da Salvini. Il quale, come è noto, può piacere o meno, ma non si ferma un minuto, nemmeno nelle feste comandate. D’altronde chi ha la vocazione alla politica, per dirla colta con Max Weber, si sente chiamato ad una “missione” e concepisce la sua attività in maniera totale, integrale, e ne investe la sua stessa corporeità (vi ricordate le veglie e i digiuni natalizi di Marco Pannella?). Natale, quindi, è per lui un momento per mandare anche dei messaggi, oltre che per fare le azioni buone che la festa e la tradizione ci raccomanda. La solidarietà è, nel suo caso, importante non solo in sé ma anche per far ben capire che il suo partito è con i più deboli al contrario di come una comunicazione interessata e falsa ha fatto passare. Imperdonabile, per i nostri soloni! Il cliché non può essere sconfessato! Ed ecco allora le fake news sulla clochard di colore che clochard non sarebbe stata. E, fallito il primo attacco, le pressioni morali sull’associazione di volontariato scelta dal Capitano affinché il suo presidente si dissociasse: cosa che ha fatto in nome dei “sacri valori antifascisti” (sic!) ma soprattutto in nome del realismo, credo io, che suggerisce ad un’associazione che voglia continuare ad operare nel settore del volontariato di non farsi nemica oggi in Italia la sinistra.

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