Politica

Caro Porro, per me Sangiuliano su Boccia è indifendibile

Continua a tenere banco il caso Sangiuliano-Boccia, infiammatosi ulteriormente dopo le recenti dichiarazioni rese dal ministro della Cultura ai microfoni del Tg1 allo scopo di fare chiarezza sulla nota vicenda, ormai da giorni al centro del dibattito pubblico.

Intervistato dal direttore Gian Marco Chiocci, Sangiuliano ha ammesso pubblicamente di aver intrattenuto una relazione sentimentale con Maria Rosaria Boccia, dando prova altresì di non aver mai utilizzato soldi pubblici per coprire i viaggi e i soggiorni dell’onnipresente non consigliera, la quale, almeno stando a ciò che asserisce il ministro, non avrebbe mai avuto accesso a documenti di natura riservata relativi all’organizzazione del G7 Cultura, in programma a Napoli nelle prossime settimane. Tralasciando la relazione extra-coniugale, rispetto a cui Sangiuliano si dice peraltro pentito, il titolare del MiC non sarebbe dunque in alcun modo ricattabile, dal momento in cui non un solo euro dei contribuenti italiani sarebbe stato speso dal ministro per alimentare le sue frequentazioni con la Boccia. Non c’è reato, quindi. Al massimo una questione squisitamente morale con cui dover fare i conti, e una donna, la moglie di Sangiuliano, tradita da un’umana debolezza del marito. Null’altro.

Caso definitivamente archiviato, dunque? Non esattamente. Perché, a ben vedere, al di là della mera questione morale, comunque irrilevante dal punto di vista giudiziario e difficilmente punibile anche sotto il profilo politico, le dichiarazioni di Gennaro Sangiuliano fanno emergere tutta una serie di aspetti che non possono passare inosservati. Anche da ministro della Repubblica, Sangiuliano avrebbe la piena facoltà di intrattenere le più disparate relazioni “affettive” senza la necessità di dover rendere conto a nessuno. Eccetto alla moglie, ovviamente, ma questo andrebbe comunque a ricadere sulla sfera privata del Sangiuliano cittadino, e non già su quella pubblica del Sangiuliano ministro.

Ciò vale, tuttavia, laddove le relazioni in questione non vadano a collidere con le funzioni e l’immagine pubblica del Sangiuliano istituzione. Ed è proprio questo il punto cruciale della vicenda: nel corso della sua relazione con Maria Rosaria Boccia, Gennaro Sangiuliano ha ripetutamente fuso e confuso questioni pubbliche e private, tanto da spingersi a promettere alla donna di cui si era invaghito un ruolo di consigliere al MiC.

Introducendo la sua amante negli affari ministeriali, Sangiuliano si è inoltre esposto al pericolo di dover patire delle conseguenze sulla sfera pubblica, qualora la relazione sentimentale fosse degenerata, come poi puntualmente accaduto. Così facendo, il titolare della Cultura non solo ha arrecato un danno alla sua persona, ma ha finito col mettere in cattiva luce il Ministero che si pregia di rappresentare e l’esecutivo di cui fa parte in qualità di ministro.

Di più: dopo l’esplosione dell’affaire Boccia, la gestione da parte dello staff di Sangiuliano è stata a dir poco pessima, con dichiarazioni sufficienti e contraddittorie facilmente smentibili un attimo dopo dalla non consigliera delusa del ministro. A completare il quadretto, ci ha pensato infine lo stesso Gennaro Sangiuliano con la sua intervista al Tg1, apparsa fuori luogo e a tratti persino imbarazzante. Una sorta di auto-assoluzione concordata, costruita ad hoc servendosi del servizio pubblico di informazione. Insomma, la pezza è stata pure peggio del buco, volendo parafrasare proprio Maria Rosaria Boccia.

Il problema di Gennaro Sangiuliano non è pertanto il mero fatto di aver intrattenuto una relazione extra-coniugale o di aver promesso all’amante un posto da consigliere al ministero, quanto piuttosto la colpa di aver lasciato una pubblica istituzione letteralmente in balia di una Boccia qualunque. Ed è questo ciò che è davvero inaccettabile, probabilmente anche più di qualche biglietto aereo staccato con i soldi dei contribuenti: l’aver gettato nel ridicolo quel Ministero che dovrebbe invece rappresentare il fiore all’occhiello del Paese.

Resta poco da aggiungere a questo punto: in tutta la gestione del caso Boccia, Gennaro Sangiuliano ha dimostrato un’incautezza e un’inadeguatezza che mal si addicono a chi ricopre le funzioni di Ministro della Repubblica. Ragion per cui, il titolare del MiC farebbe bene a valutare seriamente l’ipotesi di rassegnare una volta per tutte le proprie dimissioni. E Giorgia Meloni, dal canto suo, quella di accettarle.

Salvatore Di Bartolo, 5 settembre 2024