Esteri

Crisi immigrazione

Sanna Marin fa il muro anti-migranti (e la sinistra muta)

La premier Marin: “Strumento per assicurare controllo ai confini”. L’Unione Europea (dopo aver criminalizzato Orban) non spende neanche una parola

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Pare che i muri politicamente corretti siano solo quelli che costruisce la sinistra. Mentre Matteo Salvini, nella sua antecedente esperienza da ministro dell’Interno, è stato rinviato a giudizio per ben due volte, accusato di sequestro di persona per aver impedito sbarchi di migranti; neanche una critica viene sollevata contro la premier finlandese Marin.

“Controllo adeguato”

Per cosa? Poche ore fa, il parlamento ha dato il via libera all’inizio della costruzione di un muro di filo spinato, lungo 250 chilometri, per impedire l’arrivo di ingenti gruppi di migranti russi, dopo la mobilitazione parziale indetta qualche settimana fa da Vladimir Putin. “Si tratta di uno strumento per assicurare un controllo dei confini adeguato negli anni a venire”, ha specificato la presidente Marin, sempre più preoccupata che la Russia possa attuare una forma di guerra ibrida, utilizzando masse di migranti dirette verso la Finlandia, così come successe tra Bielorussia e Polonia.

Nonostante tutto, quello che rileva è il doppiopesismo di certa stampa mainstream. Le volontà di alcuni movimenti italiani di attuare il blocco navale per regolare gli sbarchi; insieme al muro costruito tra Usa e Messico, durante l’amministrazione Trump, erano visti come politiche retrograde, cupe, razziste. Oggi, invece, quando la stessa cosa è realizzata da un governo di sinistra, tutto sembra passare in sordina, senza che nessuno alzi una minima critica.

Ipocrisia buonista

Eppure, non si tratta di una novità. Analoga situazione ci fu anche negli Stati Uniti di Joe Biden, dopo l’invito ai messicani della vicepresidente della Casa Bianca, Kamala Harris, di non cercare fortuna nel Paese a stelle e strisce. Il messaggio fu chiaro, e riprendeva per filo e per segno i toni di Donald Trump: “Non venite da noi, sarete respinti“, disse la vice di Biden durante un viaggio dello scorso anno in Guatemala.

E ancora: vi ricordate le parole di sdegno, pronunciate dai vertici di Bruxelles contro l’Ungheria di Orban? L’oggetto era sempre la costruzione di un muro, fatto da barriere metalliche, con la Serbia per bloccare l’arrivo di masse di migranti che, fino a quel momento, avevano raggiunto la mastodontica cifra di 400mila persone. Per la Finlandia, invece, dall’inizio della guerra in Ucraina si sono stimati almeno 40mila ingressi, dieci volte meno rispetto a quelli che dovette sopportare l’Ungheria nel 2015. Ai tempi, ci fu anche un’inchiesta della Commissione Europea per presunta violazione della libertà e della dignità umana; ora, appunto, il muro di Helsinki non vale neanche una parola, un pensiero, un articolo di giornale.

Sembra proprio che il buonismo immigrazionista venga utilizzato come spada di Damocle, quando le misure “politicamente scorrette” sono attuate esclusivamente dai propri avversari politici. Insomma, esiste un’immigrazione di serie A e di Serie B, dove tutto può essere accettato. E pare proprio che a quest’ultima categoria appartengano i rifugiati russi.

Matteo Milanesi, 22 ottobre 2022