Ho sempre trovato Benigni straordinario: la sua presenza sul palco è qualcosa che apprezzo da sempre, indipendentemente dal suo orientamento politico, quindi non mi fa strano dirlo anche oggi.
Trovo invece ridicole le scomposte reazioni della stampa e dei buonisti “de sinistra”. Stamani, infatti, mi sono svegliato leggendo delle lodi a Benigni che non stanno né in cielo né in terra: “Inno alla libertà Benigni”, “il coraggio di stare con la Costituzione”. Fatemi capire, quale inno alla libertà e quale coraggio?
Quando la Costituzione è stata violata in ogni suo principio, questi fenomeni dove diavolo erano? Gli stessi che oggi si proclamano fan della costituzione, quando Conte ci chiudeva in casa a colpi di DPCM, non mi pareva che si strappassero la pelle dall’indignazione. Zitti e muti anche quando il binomio Draghi-Speranza imponeva prima il green pass e poi il vaccino obbligatorio.
È curioso che questi si ricordino della libertà solamente quando ne godiamo e non quando invece ci manca. È un po’ come fare gli antifascisti solamente a fascismo finito.
La loro retorica sulla libertà mi fa veramente impazzire. Scommetto che se fossimo di fronte ad un totalitarismo (fascismo o comunismo che sia), nessuno avrebbe realmente il coraggio di difendere la Costituzione.
Per approfondire:
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La Costituzione dovrebbe tutelare la libertà degli individui dallo Stato e non limitarla in nome dello Stato come invece, ahimè, è stato fatto negli ultimi anni. Questa cosa, probabilmente, non la si può spiegare al 64% di italiani che ieri sera guardavano Sanremo. Confido però che ci sia almeno una percentuale di commensali che capisca bene come la Costituzione dovrebbe difendere le libertà dei cittadini nel momento in cui vengono violate, non in un momento come questo dove, grazie al cielo, greenpass e lockdown sono solamente un brutto ricordo.
Nicola Porro, 8 febbraio 2023