Cultura, tv e spettacoli

Sanremo, le voci girano: il podio è loro. Ma ogni notte una tragedia

I Duran Duran non valgono il biglietto. Le co-conduttrici imparino almeno a scendere le scale. E caro Conti: quel jingle ha rotto i c…

elettra conti
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Qual è la canzone preferita da Vannacci? Quella che arriva Decima! E siccome dove c’è trash, nazionalpopulista, conformismo da mondo alla rovescia, signora mia, lui non può mancare, lo annunciano in platea il nostro parà-gnostico, come largamente sbandierato con congruo anticipo, ma c’è o non c’è? La Rai non lo inquadra mai, siccome comandano sempre quei negri gender di comunisti. Sarà venuto a farsi una fumata passiva con l’amicone Fedez, che volete, questa è la politica e spiaze manchi proprio Ilaler Salis, forse temevano occupasse l’Ariston. A proposito di immobili, Conti è scatenato: la sua fissità è già leggenda, però intanto scava, scava come una talpa abbronzata e normalizza come non ci fosse un domani. Dicono stia tramando nell’ombra del solarium per scippare la giuria di qualità, che fa già ridere così, ai giornalisti in sala stampa, che fa scompisciare già così, la affida a “quelli a casa”, che non esistono. Ma è verace segreto di Pulcinella che negli ultimi 10 anni almeno da Napoli investono pesantemente su quei bravi guaglioni di rapper neomelodici, e allora tocca metterci una pezza: all’occasione, la libera informazione del roof (la salona sopra il teatro dove transumano i cronisti) si è prestata, adesso il Sole Immobile trasforma Sanremo in un talent. Cioè sposta il trucco, ma sempre trucco resta, sempre votazione sporca è.

Fidatevi: le ho viste io le pastelle e le pastette, le camarille, le finte di corpo, intese come cantanti rifatte ma anche giornaliste paracule, tu voti quello? Ah, anch’io, certo, è il migliore, e poi i conti, minuscolo, non tornavano mai. Alcune ragionava cum grano passerae: voto lui perché mi fa sangue. Che è sempre un bel criterio estetico, e anche etico, roba da ermeneutica francofortese; certi invece pure, ovvero ad minchiam, ragion per cui stavolta i pochi maschi non fluidi, per quello che valgono, voteranno Rose Villain o quell’altra che miagola, la Clara di legno. Gente che, come si dice talvolta nella lirica, “canta di tetta”.

A proposito: pronostici? Girano, le voci girano: i più mormorati per il podio sono tre ripescabili, il Lauro, il Fedez, la Giorgia, la panzerottona Luini (chi è di Milano sa…), il fintorock (pensatevi Battiato) Lucio Corsi, uno con cui vorrei proprio fare due chiacchiere. Perché non puoi decentemente ricalcare le pose, le mimiche di Renato dei primissimi Settanta e, non bastasse, oplà, di colpo tirar fuori il Bowie à la Ziggy, col succedaneo di Mick Ronson alla chitarra (manca solo che mimi la celebre fellatio e poi la plagiatura è colma), per finire con una spruzzata di Alberto Camerini. Dai, è porno, è il vero scandalo qui! Ma possibile nessuno dica niente? Non parlo delle cortigiane festivaliere che attaccano Cristicchi con argomenti strampalati, what else?, come diceva George Clooney, ma possibile che in quel gran casino di amebe che se la tirano da storici, da musicologi, nessuno mandi un fiato? Guarda che è grossa, eh!

Il pollaio coconduttrici prevede stasera l’ereditiera Elettra Miura Lamborghini, quella dell’autobiografica e un po’ preoccupante “Pem pem” che percula Ferragni con un mantello “essere me stessa è un lavoro a tempo pieno”, come a dirle sei fasulla full time, e dire che legge il gobbo peggio di lei. Povera Chiara, dai fasti di Ama(zon) ai petardi, pem pem; poi una miss di prima di Facebook, Miriam Leone e una comicona, Katia Follesa, sicuramente spassosa ma di più non saprei dire e neanche ridere: possibile che deve menarla con la cazzata decrepita di aver sposato Simon Le Bon tutta la sera?

Ma eccolo qua il Vannacci, finalmente sul palco, addirittura apre ‘a nuttata: canta “Sono solo canzonette”. Un po’ imbolsito, sarà la vitaccia bruxellese, sembra Peppino di Capri, ma sempre bravo, va detto. Meglio lui che i Perduran Perduran, ancora per la serie abusato sicuro, le Bon sarà 30 anni che pare un barbagianni, ormai sembra un pastore errante dell’Ariston, e vabbè, gli anni Ottanta sono per Sanremo come il pesto, la nostra droga (questa è difficile, chi la intercetta vince una dedica al prossimo pezzo). Energia! Ritmo, ritmo, nonnettina mia! Con quella tipetta che non sa suonare il basso ma dovevano pure infilarla, ormai le spoglie mortali dei Maneskin le spacciano a pezzi.

Disgrazia vuole inauguri la gara la Clara di legno, una che dice studia canto, deve essere ancora all’inizio, povera Clara, fortuna Brunori Sas a lavar via l’imbarazzo del fastidio, il cosentino di buona famiglia è uno dei pochi che si reggono, uno che le canzoni, se vuole, le sa fare e questo “L’albero delle noci”, questo folk calabrese, gli è riuscito bene, via, rivedo il mio giudizio (e non è vero che copia de Gregori, se mai il genere li accomuna). Altre coste notevoli stasera: Sarah Toscano con l’h vestuta di segnaletica stradale per rifare Rondò Veneziano; minkia, bimbi, dopo il mozartino di ieri c’è l’esperto sanremese undicenne, a questo io una botta di cure gliela darei, perché va bene che ci avranno investito, ma mica è normale, anzi terrifica: ma i compagni non je menano, per la petulanza?

Ranieri lo guarda e sono sicuro ha lo stesso desiderio, gli fa una di quelle carezze che vorrebbero tanto abbattersi sul crapino come uno stukas; ma uno che ha “Tra le mani un cuore” come fa? Datato pathos e bel canto a profusione, io ho sempre pensato che se Michael Jackson avesse campato sarebbe diventato come lui; Joan Thiele deve farsi accompagnare giù dalla scala, ma meglio all’uscita dal palco, e il prima possibile: la rovina del tempo è tutta ‘sta gente che pretende di cantare e glielo fanno fare, ma un onesto lavoro da barista sciampista camionista, anziché la succedanea di Carmen Consoli, alle volte? No, eh?

C’è uno abbastanza esaltato che fa il “teatro patologico” e forte è il sospetto che l’abbiano chiamato all’Ariston apposta (se vi sembro cinico, considerate che queste esperienze le ho vissute e, ancora una volta, Sanremo dovrebbe smetterla di riverginarsi sfruttando il disagio con la scusa di nobilitarlo, il patetismo compatente fa schifo. Ma è battaglia persa); Shablo (che non canta una parola, complimenti, lascia fare ai cumbà) è roba vecchia di 50 anni almeno e l’hanno scritta in 40, che spreco di talent; Noemi ha un pezzo inutile e vagamente sfigoso, “Se t’innamori muori”, ma chi l’ha scritto, Draghi? Olly ci ha il taglio da scapigliatura e la “Balorda nostalgia”, ma io credo che la tipa a cui l’ha dedicata invece non ne abbia neanche un po’; Coma_Cos’è? Cuoricini? Questa è una presa per il culocione, dai, aridatece i Ricchi e Poveri; e vedrete se non diventa subito virale per i deficienti che fanno i cuoricini con le mani; i Modà e “Non ti dimentico”: manco noi, è ‘na promessa, anzi ‘na minaccia; Kekko sembra quel disgraziato del tg uno che dove c’è una sciagura mandano sempre lui, praticamente un quadro di Kandinsky; Tony Effe e “Damme ‘na mano”; sì, in faccia, ma vedi d’annattene, ah coso; e non ti permettere più di scomodare Gabriella Ferri, che c’hai er fisico de ‘n lanciatore de coriandoli; vedi però la Ivona aquilona di Ligonchio, lei sì che energia, che presenza, che voce, che stecche, che verve, pare la figlia di Le Bon; Irama direttamente dal mercato del pesce, anche il costume; scie potescimo schpiegare che Gabbani scia cantare lo diremmo volentieri ma non sciamo menzogneri, poi sci schbraccia alla Modugno, quasci quasci gli do un pugno; no, scherzo, dai, ha il suo perché. A Sanremo. Gaia, con “Chiamo io chiami tu”, attenti alla consonante, è un’altra di quelle che ti chiedi il senso suo, tuo, di Sanremo, della vita, chi siamo, dove andiamo, che ci facciamo qua a romperci i maroni con Gaia. E il cerchio si chiude.

E così è andata pure quest’altra nottata da tregenda. Con tutti sti bellocci e ste bellone che a depurarli dai filtri e dai trucchi sembrano tutti dei cuntadì. Con tutte le madame che appollaiate sulla scala “ah e io come faccio a scendere da qua”. Figliole, con quel che vi pagano potreste almeno fare lo sforzo di qualche esercizio, no? Però non si può lasciare 40 minuti ai Dùran Dùran minga, dùran no, eddai, ma che sono ste violenze. Però non si può far condurre a Elettra Miura, questa ha bisogno di essere condotta lei. Però Gino Castaldo sembra Geronimo. Speriamo almeno che la tamarrata da curva di Topo Fedez arrivi Decima, così sono tutti contenti.

p.s. Con il jingle tutta l’Italia tutta l’Italia Conti ha rotto i coglioni.

Max Del Papa, 14 febbraio 2025

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