Mattia Santori si fa le canne: il leader delle sardine e ora consigliere Pd a Bologna si è confessato con l’Italia. Embè? Di castronerie e teorie campate in aria ne ha dette a sufficienza fin dall’esordio, quindi la cosa poco ci stupisce! Ma il giovane ribelle è andato oltre facendo, come dicono, “coming out” – addirittura? – raccontando che non volendo aumentare la criminalità se la coltiva a casa la cannabis.
“Rischio fino a 6 anni di carcere” ha riferito, orgoglioso e sprezzante del pericolo il Nelson Mandela delle piantine, sferrando il solito slogan: “Il Parlamento accetti una situazione che già esiste nel Paese e legiferi a difesa dei pazienti e di 6 milioni di consumatori”. Non manca infatti il riferimento politically correct dei pazienti utilizzati ormai come scudo per farsi qualche cannetta in compagnia degli amici, nella Bologna universitaria dei centri sociali da cui Santori proviene e – probabilmente – ancora appartiene, nonostante il ruolo istituzionale che gli è stato affidato.
La sardina affida ai giornali anche la sua storia personale, commovente e del tutto insolita potremmo dire: “Ho iniziato a 18 anni, come tutti. All’inizio le scroccavo agli amici poi mi sono reso conto che stavo finanziando un mercato illegale, dove domanda e offerta sono malate. Mia sorella mi portò da Amsterdam dei semi, ho cominciato così: per due volte non è cresciuto niente, la terza volta è andata”.
Quei semi che finalmente hanno portato i suoi frutti: una rivincita per Santori che rivendica con forza e che definisce come “consumo ricreativo” e “comportamento virtuoso”. Santori si fa portavoce, infatti, di quel “campo largo progressista” che si realizza sul terreno delle piantine: Pd e M5S, i rivoluzionari della politica italiana, hanno realizzato infatti la campagna “Cannabis Talk” in nome di “pace, amore e libertà” in un’Italia che, agli occhi dei dem, ha un irrefrenabile bisogno di cannabis, prerogativa assoluta per essere al passo con gli altri paesi. Non sono certo una novità le battaglie dal consenso facile, che la sardina spiega così: “Dobbiamo ribaltare il paradigma: è responsabilità della politica mantenere vivo il dibattito sui danni causati da 30 anni di politiche repressive. Se il Parlamento fa spallucce io non sto zitto”.
E infatti cosa fa per “mantenere vivo il dibattito”: si accende una canna fuori dagli Stati generali sulla Cannabis a Milano. Azione che le è valsa una passeggera notorietà sui giornali, dopo un silenzio assordante di mesi e mesi. Forse qualche foto e un racconto della sua adolescenza basterà a colmare l’ego, in fondo le banali e vuote dichiarazioni dell’ormai dem non vanno che ad aggiungersi alla serie di sfottoni che abbiamo sentito negli ultimi anni: niente di nuovo.
Non tutti l’hanno presa bene e le vesti dei genitori severi e bigotti sono toccate a Fratelli d’Italia, che hanno subito bacchettato il consigliere: “Come Fdi siamo sconcertati dalla sfacciataggine con la quale Mattia Santori, delegato alle politiche giovanili, abbia candidamente ammesso di farsi le canne dall’età di 18 anni, di consumare cannabis e addirittura di coltivare marijuana in casa”.
Ma la brontolata non basta: “Chiediamo ai vertici del Pd, e al segretario Enrico Letta in testa, una netta posizione. Perché questa sinistra puzza tremendamente di vecchio e ideologico. A questo punto non ci resta che avvisare Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza”. E così è stato, tanto che l’ex procuratore ha affermato: “Se c’è attrezzatura forse non è penalmente irrilevante”. In pratica se a casa della sardina verrà trovata l’attrezzatura idonea, come lampade, la coltivazione non è da considerarsi rudimentale e di conseguenza è perseguibile penalmente.
Un teatrino degno di coloro che si identificano nei progressisti del terzo millennio e che, dalle istituzioni locali a quelle nazionali, sembrano non sappiano occuparsi di altro. Cannabis e mondo arcobaleno: l’Italia per il Pd si risolve in queste due crociate in nome della libertà. E Santori, l’ormai spavaldo trasgressivo bolognese, è il frontman perfetto di una forza politica ormai satura di luoghi comuni ma debole di contenuti.
Bianca Leonardi, 11 luglio 2022