È la fine del branco sardinista, movimento mai esistito? Ma no, jamais, la lotta continua, Diobò, però dalla stanza dei bottoncini, secondo strategia entrista leninista. Le sardine non si disperdono: si evolvono, diventano grandi (sarebbe ora, età media 32 anni…), oggi vogliono vigilare sulla tenuta democratica. In una Regione dove comanda sempre e solo il Pd. Si vede che le sardine conoscono bene i loro polli o squali. Ma bando alle ciance, ora si fa sul serio, quando il gioco si fa duro i pesciolini cominciano a mangiare. Come cantava Braccobaldo: siamo tutti qui. Su sardine, su compagni, accorrete in fitta schiera: se va dritta, ce n’è per molti se non per tutti, in fondo sistemare qualche migliaio di guizzanti parassiti che sarà mai? Non è quello che fa la sinistra da circa 80 anni, tramite sindacati, parastato, burocrazia ladra, clientelismo, servizi sociali (pro domo propria, mica dei disagiati), farcitura delle redazioni e delle case editrici, distribuzione a pioggia di premi letterari e artistici lottizzati, insomma l’egemonia culturale che piace al ministro sghembo Speranza?
Pare che, dalla Calabria, l’altra sottocapa, la Jasmine, rosichi non poco: ha le sue ragioni che il carrierismo conosce benissimo, ma bisogna portare pazienza, Catanzaro o Bologna, basta che se magna. Verrà anche il tuo turno, Jasmy, vedrai, c’è un sacco di cose da fare: più rave party per tutti, cannabis mon amour, campi di freesbee, rappresaglie sanitarie, intraprese umanitarie, boschi di pugni chiusi: dall’alto, Mattarella osserva paterno, forse nominerà cavaliere il Sardina di gran croce e di gran carriera. Cavalier Mattia, figlio del geom. Calboni: tre scotches, prego. Scusa puccettone, puoi pagare tu, ho dimenticato il portafogli a casa.
Max Del Papa, 23 agosto 2021