Ci sono sempre più esperti militari, anche occidentali che ora ammettono che l’accerchiamento sta riuscendo e che la resa dell’esercito ucraino, caparbiamente schierato sempre a est, ormai sia solo una questione di tempo. La lentezza dell’avanzata dei russi è dovuta al fatto che Putin non vuole troppe perdite e comunque il tempo lavora contro Zelensky che vede il paese sfaldarsi giorno dopo giorno. Le stime di circa 5 milioni di ucraini usciti dal paese, cioè il 12 per cento della popolazione, indicano che molti non aspettavano altro per emigrare da un paese corrotto e in forte crisi economica. Il fatto che i russi nelle zone occupate mettano subito in piedi una amministrazione russa con bandiera e rublo indica che un pezzo del paese torna alla Russia. Nel frattempo, c’è il collasso economico dell’economia ucraina perché ora che i russi fanno sul serio bombardano ad esempio le ferrovie e ponti.
Putin contava inizialmente su un collasso del governo Zelensky che consentisse di negoziare probabilmente con i militari e qui ha sbagliato perché ha sottovalutato gli americani e i media occidentali che ne hanno fatto l’eroe. Allo stesso tempo però Zelensky ha bruciato tutti i ponti dietro di sé promettendo la vittoria con affermazioni sempre più inverosimili e ha lasciato che i nazionalisti facessero rapimenti, violenze e omicidi dei supposti simpatizzanti filorussi nel paese. Il governo ucraino promette di combattere fino all’ultimo uomo per riconquistare il Donbass e le zone occupate di lingua russa mentre il suo esercito sta per essere accerchiato e l’economia collassa. Più passa il tempo e più la maggioranza degli ucraini stessi rimasti (ricordiamo sempre che 5 milioni sono andati via e 6-8 milioni sono ora in zone russe) si rende conto che morire e rovinarsi per “riconquistare” le province a est e sud non ha senso ed è inutile. Ormai il Donbass è russo.
Tutto, quindi, lascia ora presagire che sia economicamente che militarmente e anche psicologicamente (i russi sono molto motivati da questa operazione militare) la Nato, gli Usa, la Ue e i loro alleati nazionalisti ucraini non abbiano via d’uscita. La Russia è compatta dietro a Putin – basti leggere la recente intervista al segretario del Consiglio di sicurezza russo Patrushev a Rossiskaja Gazeta – pensa di combattere per i russi nel Donbass, incassa più soldi di prima e sta vincendo militarmente. Da noi i giornali scrivono che Putin è malato e che ha già perso. Ma vedremo presto che le cose sono esattamente opposte: i “malati” siamo noi occidentali che abbiamo voluto dopo la fine della Unione Sovietica umiliare la Russia e in Ucraina abbiamo rifiutato per anni qualsiasi trattativa quando c’era il tempo di trattare. Ora non resterà che trattare la resa. È solo una questione di tempo. Putin ha già vinto.