Gli italiani, diceva Leo Longanesi, vorrebbero fare la rivoluzione accompagnati dai carabinieri. Ugualmente si potrebbe dire, celiando, che gli studenti della Sapienza vorrebbero fare la lotta al “fascismo” montante rispettando le feste comandate.
In verità, come è stato giustamente osservato anche su queste pagine, i veri fascisti sono sempre coloro che vogliono impedire agli altri di esprimere la propria opinione, nella fattispecie di partecipare ad un dibattito a cui sono stati regolarmente invitati da altri studenti. E che, sempre da veri fascisti, considerano l’Università “zona franca” al di fuori della legge dello Stato democratico.
L’occupazione era in effetti iniziata perché i poliziotti si erano “permessi” (sic!) di entrare nella cittadella universitaria della Sapienza e respingere l’aggressione squadristica e così permettere ai relatori, fra cui Daniele Capezzone, di prendere la parola. La notizia, catalogabile fra il surreale e l’osceno, è ora che l’occupazione, che doveva essere ad oltranza si è “naturalmente” smorzata con l’approssimarsi del “ponte” dei Morti, a cui questi “rivoluzionari” con le comodità borghesi non hanno voluto rinunciare. E già ce li immaginiamo, dismessi i sacchi a pelo e le divise contestatarie di ordinanza, in vacanza sulle Dolomiti o a casa con mamma e papà a gustarsi un meritato relax.
Perché giocare alla rivoluzione e alla resistenza deve essere non poco faticoso per chi è vissute in certe agiatezze di vita e non ha fatto in tempo a maturare una concezione seria della vita. Tutto è un gioco, anche la retorica antifascista, tranne l’atavica intolleranza per chi, con la sua presenza, mette in crisi il sistema di certezze e dogmi in cui ci si è adagiati.
Antifascismo da operetta, quindi, da una parte; e fascismo sostanziale nell’incapacità di dialogo, dall’altra. E, visto che l’altro ieri è stato l’anniversario della marcia su Roma, questi sapientini (nel senso di studenti di Sapienza ma anche di saccentelli) non hanno voluto farsi mancare nulla. Nel pomeriggio hanno partecipato ad un “aperitivo antifascista” (che sarà una sorta di spritz di colore rosso) e, il giorno dopo, cioè ieri, a un “presidio antifascista” organizzato a Piazza Venezia. Giusto in tempo per tornare a casa, cambiarsi i vestiti e mettersi in macchina per il meritato riposo del week-end allungato. La situazione è grave, avrebbe detto Ennio Flaiano, ma come al solto sembra essere poco seria.
Corrado Ocone, 30 ottobre 2022