Libra. È un nome che impareremo presto e che pronunceremo in tanti? O la nuova moneta lanciata da Facebook sarà un fuoco di paglia e come tale si spegnerà nel giro di pochissimo tempo? Comunque la si legga, la creazione del “Consorzio Libra”, è un vero e proprio punto di svolta nel mondo economico-finanziario internazionale.
Facebook ha lanciato la prima moneta completamente virtuale che punta ad essere una valuta digitale globale, anche perchè garantita da una riserva composta da valute internazionali e titoli di debito in grado di stabilizzarne il valore. Questo è il primo aspetto che differenzia Libra dalle “classiche” criptovalute alle quali qualcuno vorrebbe assimilarla.
Proprio perchè “assicurata” da un paniere di valute e titoli, acquistando Libra, i clienti rinunceranno ad investire la stessa quantità di denaro in altre attività finanziarie. Facebook, invece, avrà la facoltà di investire i capitali ottenuti in altre attività, utilizzando tra l’altro i propri canali e, naturalmente, guadagnandoci. Inoltre, il fatto che Libra sia ancorata a un paniere di valute (Dollaro, Euro, Yuan o altre scelte dei soci?) comporta dei rischi anche per il cliente stesso, in quanto una parte del suo paniere non sarà mai composto dalla valuta locale di riferimento (con ovvi risvolti relativi al tasso di cambio e allo spread).
In poche parole, Facebook, si appresta a diventare una banca a tutti gli effetti, ma in un modo nuovo e mai visto prima d’ora. In questa prima fase, quindi, sarebbe determinante ragionare sugli aspetti regolamentari.
In tal senso si è espresso molto chiaramente Maurizio Pimpinella, presidente dell’Associazione Prestatori di servizi di Pagamento: ”Ora più che mai è indispensabile che vi siano regole uguali per operatori che svolgono lo stesso tipo di attività all’interno del medesimo ecosistema. Se non cresce la consapevolezza che il digitale cambia i confini del business in modo orizzontale (tra settori diversi) e verticale (nelle filiere del settore) e per mercato (spariscono barriere nazionali) il risultato è il game-over soprattutto per un’Europa frammentata e concentrata su modelli economici superati”.
Pimpinella ha la risposta pronta anche per chi sostiene, che, come accaduto finora, le monete, le banche sono sostenute da un processo di fiducia che in quest’ambito si fa fatica ad immaginare : ”I giovani, nativi digitali e tendenzialmente non bancarizzati, hanno imparato a sviluppare anche uno stretto rapporto con social network, siti di e-commerce e piattaforme varie, le quali non hanno mancato di contraccambiare la fiducia in loro riposta fidelizzando il cliente. Il rapporto di fiducia tra clienti, utenti e big tech è fondato su un fattore dal valore inestimabile, quantunque spesso ignorato da ciascuno di noi: i nostri dati, il vero “oro nero” del mercato digitale moderno. Le grandi compagnie sono diventate maestre nel raccogliere, elaborare e riutilizzare l’immensa mole di dati che ci lasciamo dietro determinando così la loro crescita in termini di mercato”.
Insomma a differenza di quanto possa sembrare ad una prima impressione, i dati e il loro utilizzo sono il vero snodo cruciale per lo sviluppo e la riuscita di Libra. Nel momento in cui, infatti, Facebook diventa fornitore di servizi finanziari e “batte moneta”, sarà anche in possesso di una mole di dati che nessun altro operatore (tanto meno bancario) è in grado di eguagliare.
È chiaro che la piattaforma di Zuckerberg ha lanciato la sfida al sistema finanziario occidentale: il mercato europeo dei pagamenti, il più ricco, ad esempio, interessa solo 500 milioni di persone. Questo mercato diventa quasi irrilevante se paragonato ai miliardi di persone potenzialmente coinvolte nei prossimi anni nella rivoluzione dei servizi di pagamento e non solo. Sta di fatto che, l’ingresso di Libra nell’ecosistema finanziario e digitale rappresenta un potenziale cambio di passo e di prospettiva. Se da un lato, infatti, potrebbe diventare uno strumento di formidabile inclusione finanziaria e di incentivo alla digitalizzazione dei pagamenti e dei servizi per milioni di persone, dall’altro mostra (anche per ampiezza e autorevolezza dei partner) la potenzialità di cambiare irrimediabilmente il panorama che fino ad oggi abbiamo imparato a conoscere.
Leopoldo Gasbarro, 26 giugno 2019