La Sardegna attende da ieri sera l’inizio dello spoglio, avviato stamattina alle 7. L’elezione del presidente della Regione e del Consiglio è decisiva non solo per l’isola ma anche per la politica nazionale, con i capi politici che osservano il risultato con fervente attenzione. Niente exit poll e spoglio infinto, andato ben oltre il presunto limite di 12 ore previsto dalle norme sarde.
Ecco i dati parziali e in tempo reale:
– 1742 sezioni (su 1844)
- Alessandra Todde (centrosinistra) 45,3% – liste collegate: 42,5%
- Paolo Truzzu (centrodestra) 45,1% – liste collegate: 49%
- Renato Soru (Coalizione sarda) 8,6% – liste collegate: 7,9%
- Lucia Chessa (Civica) 1% – liste collegate 0,6%
Il centrosinistra già canta vittoria. “Complimenti e buon lavoro ad Alessandra Todde, presidente della Sardegna e a tutta la squadra!”, ha esultato Debora Serracchiani. “Ennesima conferma: uniti si può vincere, divisi si perde sicuro. Complimenti alla presidente Alessandra Todde e a tutto il centrosinistra sardo. Grazie Elly Schlein per aver tenuto la barra dritta: contenuti chiari e cultura unitaria!”, le fa eco Nicola Zingaretti. Anche Stefano Bonaccini fa i complimenti a Elly Schlein e alla Todde.
FdI dal canto suo invece chiederà il riconteggio di alcune schede. A dirlo è il deputato di Fratelli d’Italia, Gianni Lampis. Alcuni problemi sul conteggio dei voti sarebbero stati riscontrati a Luras (in provincia di Sassari) e Narcao (provincia Sud Sardegna).
Per quanto riguarda i partiti, invece, con 1742 sezioni scrutinate:
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- M5S: 7,7%
- Pd: 13,9%
- FdI: 13,7%
- Lega: 3,8%
- Forza Italia voti 6,5%
L’affluenza alle urne non ha superato il dato dello scorso anno e solo un elettore su due è andato al voto. All’ora di pranzo di ieri, aveva votato il 18,4% degli elettori, un risultato in aumento rispetto alle elezioni precedenti del 2014 e 2019. Nel tardo pomeriggio, la percentuale di votanti aveva raggiunto il 44,1%, corrispondente a un aumento dello 0,8% rispetto a cinque anni fa. Alla fine, però, l’affluenza si è fermata al 52,4% contro il 53,77% di cinque anni fa.
Come si vota
In Sardegna vige un sistema elettorale che premia chi ottiene un solo voto in più dell’avversario. Diventerà governatore il candidato più votato anche sotto la soglia del 50%. In Consiglio regionale sarà poi il premio di maggioranza a garantirgli la stabilità per governare. Tre le opzioni:
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- Se il presidente eletto prende più del 40% dei voti: viene assegnato alle liste collegate il 60% dei seggi
- Se il presidente eletto prende tra il 25 e il 40% dei voti: le liste collegate ottengono il il 55% dei seggi
- Se il presidente eletto prende sotto il 25%: nessun premio.
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Ai candidati governatore viene assicurato il posto in Consiglio? No, solo al secondo classificato. Per entrare in Consiglio i partiti devono superare una soglia di sbarramento:
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- 10% per le coalizioni;
- 5% per le liste in solitaria.
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In questa intricata cornice, i candidati hanno espresso la loro visione per la Sardegna nei giorni scorsi ma ora prevale l’attesa. Dai rispettivi comitati elettorali al momento non trapelano emozioni. Cinque anni divenne un vero e proprio caos: gli exit poll diedero indicazioni poi smentite dallo spoglio, che si protrasse oltre l’orario stabilito e che portò alla nomina ufficiale di Solinas solo un mese dopo la chiusura delle urne. Secondo la legge sarda, infatti, il conteggio deve concludersi entro 12 ore (cioè le ore 19) dello stesso giorno o i tempi si allungheranno a dismisura. Nel caso si sforasse, schede e registri verrano chiusi in buste sigillate, trasferite negli uffici elettorali circoscrizionali dove avverrà il conteggio e poi tutto passerà alla Corte di Appello di Cagliari.