La democrazia dei “like” ha generato mostri
Rincuora un po’ la reazione dei surfisti del web e dei social. “Potevi portare un semplice saluto senza il fotografo al seguito. Neanche il rispetto dei morti. Che miseria” è stato scritto a commento del selfie di Conte. Oppure, uno scandalizzato commento: “Che bisogno c’è della sua foto davanti al feretro? Poi rosicate se vi dicono opportunisti che schifo”. E ancora, una sorta di rimprovero: “Raga, basta co ste foto. Non siete ad un concerto”. E un auspicio, tardivo: “Non hanno un amico che li fermi prima di pubblicare?”. Evidentemente no.
Dopo tante prediche sull’anti-politica, sul web antagonista e anti-istituzionale abbiamo assistito a una esibizione che giustifica e promuove la distanza tra Paese reale e Istituzioni, proprio quando queste provano a blandire gli istinti peggiori di quello. La democrazia dei “like” ha generato mostri e ha trasformato in mostri anche coloro che dichiaravano di voler rifondare il rapporto tra cittadini e politica. Una pagina che speriamo si chiuda presto e per sempre, ma che temiamo sia solo un’altra tappa dell’imbarbarimento di questo Paese.
Antonio Mastrapasqua, 19 gennaio 2022