Saviano non frigna più. Dov’è la censura? Telemeloni lo manda in onda

Presentati i palinsesti Rai per la prossima stagione: spunta il programma dello scrittore su Rai 2. Alla faccia del censurato

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Saviano Rai

TeleMeloni è una televisione fascista di merda: su questo non ci piove; è dogma, come l’Immacolato Pelatone. Essendo TeleMeloni, anche quest’anno i palinsesti si riempiono di comunisti fanatici giro Ilaria Salis, un’altra che vedremo presto su tutte le emittenti del regno, pubbliche e private, se è vero che la televisione è il ramo intrattenimento della politica e la politica prevede larghe, larghissime anzi sfondate intese che vanno da Salis, Lucano, Rackete e Strada a Tajani. Ma tempo al tempo: per l’attimo fuggente, ecco lo stato dell’arte, come da agenzie.

“Rai Cultura è la direzione (affidata a Silvia Calandrelli) che produce programmi non solo destinati alle reti tematiche (Rai4, Rai5, Rai Movie, Rai Scuola e Rai Storia) ma anche molti titoli che vanno in onda sulle generaliste come Passaggio a Nord Ovest (con Alberto Angela), Sapiens – Un solo pianeta (con Mario Tozzi), Splendida cornice (con Geppi Cucciari), Via dei Matti n.0 (con Stefano Bollani e Valentina Cenni), Kilimangiaro (con Camila Raznovich), Le ragazze con Francesca Fialdini e Geo (con Sveva Sagramola ed Emanuele Bigi). Accanto alla riconferma di tutti i titoli citati finora, la stagione 2024-2025 segna alcune importanti novità. La prima è l’arrivo di Insider – Faccia a faccia con il crimine, il programma di Roberto Saviano che, dopo lo stop dello scorso anno, arriva (il 2 settembre) su Rai3 per parlare di organizzazioni criminali, collaboratori di giustizia, testimoni e giornalisti minacciati dalle mafie”.

Voilà: Bob Saviano tiene sul suo profilo feisbùcch la foto del suo programma con su la drammatica scritta: c e n s u r a t o. Non più: TeleMeloni, la televisione dei fasci, lo tira dentro, ennesima conferma del detto partenopeo, sapete la faccenda del chiagnere e futtere. E bravo ‘o Pelatone. Qui, di mafie, se ne vede più che altro una, quella dei palinsesti e degli agenti, in senso figurato, traslato, metaforico, si capisce. Una allegoria, come quelle di Michela Murgia. Come si vede, la TeleMeloni nazisovranista rigurgita di compagni migrantisti climatisti sovversivisti: ‘o Savianone, il geologo sapiens Tozzi (speriamo non mandi i troll a censurarci), la nota esponente del progressismo sardo Geppi, Bollani e compagna, Fialdini e compagnia, eccetera eccetera. Pare il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo, con la differenza che qui gli stracci sono di sartoria anche se ce la mettono tutta ad atteggiarsi da sanculotti. Azz, che munnezz la Telemeloni. Bastarda. Nazista nell’animo. Scurnacchiata. E quindi? Se la logica ha una logica, se ne deduce aristotelicamente quanto segue: più sono comunisti dentro e più stanno dentro la TeleMeloni fascia. Per cambiarla dall’interno, tipo Unione Europea? Per difendere la democrazia, segnatamente degli anticipi e degli ingaggi? Per sostenere la resistenza, la lotta armata culturale?

È tutto bellissimo e va tutto bene, però, almeno, compagno Bob, abbi la decenza di togliere la scritta vittimista: c e n s u r a t o. Saranno gli ascoltatori se mai a censurarti, visto che la tua ormai ventennale manfrina da influencer presunto antimafia, da capitalista a pugno chiuso, ci rigurgita dalle orecchie come il fanciullino del Pascoli. Niente di nuovo sul fronte occidentale, grande è la confusione sotto il sole, la situazione è eccellente: ai tempi del Berlusconi caimano, iperfascista, sultano, eccetera, più gli auguravano pubblicamente la morte e più en privée gli auguravano lunga vita, e perché? Ma per la semplicissima ragione che erano tutti a libro paga, facevano la fila per entrare nelle sue case editrici, televisioni, testate. Ricordo una polemica con un gruppo ormai dimenticato, finito nell’oblio, tali Wu Ming, collettivo di imbrattacarte maoisti, chissà se qualcuno li ricorda ancora: un giorno sì e l’altro pure denunciavano il regime in camicia nera di Silvio, difendevano a spada tratta lo scarto terrorista Cesare Battisti, però pubblicavano regolarmente con Mondadori, Einaudi e consociate.

E se glielo facevi notare, (non) rispondevano: “Noi con te non parliamo, tu sei un fascista”. Tutti coagulati intorno alla mistificazione per difendere il Battisti, spacciando le balle al fentanyl della persecuzione, dell’innocenza, del mancato rispetto dei diritti, degli abusi processuali, della contumacia per salvarsi dalle “carceri speciali italiane”. Finché quella schiuma di balordo non confessò tutti e quattro i suoi omicidi, al che sparirono tutti come topi di fogna. Sapevano tutto, ovviamente, erano in dimestichezza con l’assassino, e c’era anche Saviano tra i soliti firmaioli da strapazzo. Saviano che per anni ha fatto da anello di congiunzione tra mainestream e falso antagonismo, tra Mondadori e Feltrinelli, tra regime e pseudopposizione piddina.

Cose italiane, che ormai non inducono più rigurgiti di nausea tanto ci siamo abituati. Allora, compagno dollaro, Bob ‘o Pummarolo Pelato: se TeleMeloni è la televisione dei bastardi cacciatori di migranti, tu lì dentro che ci fai? Non è che sei un po’ nazifascio pure tu? Comunque aspettiamo di vedere il tuo nuovo programma ex, molto ex c e n s u r a t o. Camerata Saviano: a noi!

Max Del Papa, 19 luglio 2024

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