Saviano, Pd e Don Ciotti: tre robe da matti

Il podcast di Alessandro Sallusti del 28 luglio 2023

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L’estate presenta tre casi delicati: un caso psichiatrico (Roberto Saviano), un caso umano (Don Ciotti) e un caso di depistaggio internazionale (il Pd).

Partiamo dal caso umano di Roberto Saviano, il cui programma è stato cancellato dalla RAI dopo gli improperi che il giornalista si è messo a fare pubblicamente a mezzo governo.

Essendo lui un egocentrico con manie persecutorie, sta andando in giro a dire che la sua sospensione è una vittoria della mafia messa in atto da amici della mafia, cioè dal governo. Di mafia ovviamente in questa storia non c’è ombra e neppure di censure o limitazione della libertà d’informazione. Saviano infatti è libero di dare dei bastardi e dei malavitosi, cosa che ha fatto, a primi ministri e ministri, ma non essendo ciò un’inchiesta giornalistica, bensì una sua opinione, incappa nel codice etico della RAI che non vuole tra i piedi, che insulta gratuitamente e gravemente rappresentanti delle istituzioni, cioè i suoi azionisti.

Il caso politico invece è che il Pd porta la questione della censura a Saviano, addirittura al Parlamento Europeo, lasciando intendere che in Italia non c’è più libertà di opinione. Ora, è vero che “Meloni Bastarda” e “Salvini Ministro della Mala Vita” sono opinioni che hanno diritto di circolare, ma non necessariamente per forza in prima serata sulla televisione pubblica. Speriamo che l’Europa lo capisca.

Terzo caso, quello umano. All’alba dei suoi 80 anni Don Ciotti, il prete che d’antidroga si è riciclato in antimafia, ha detto che il ponte sullo stretto, caro Matteo Salvini, è una follia perché “unisce due mafie”, intendendo, immagino, quella siciliana e l’ndrangheta calabrese. La secca replica del Ministro è stata fatta passare come un tentativo, anche questo, di censura a un eroe dell’antimafia. Ora, vogliamo ammettere che anche gli eroi invecchiano e rimbambiscono? Già, perché sarebbe come dire che non si doveva costruire l’autostrada del sole in quanto avrebbe unito più velocemente le bande criminali di Nord e Sud, oppure la Salerno o Reggio Calabria perché avrebbe collegato la camorra e la mafia, ma fino anche che è stato folle dare vita all’Italia perché avrebbe avvicinato Milano a Palermo e ai suoi traffici illeciti.

Uno scrittore narcisista e bugiardo, un prete in odore di senilità, un partito antitaliano, beh, come mix non c’è male, è un indizio che ha ragione chi sostiene che il cambiamento climatico sta provocando davvero seri danni al cervello dell’uomo.

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