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Savona? Sbagliato il veto su di lui

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Trovo incredibile, anche se costituzionalmente legittimo, un veto sul prof Savona. Un buon motivo per riformare una Costituzione che non è per niente la più bella del mondo è proprio questa assurda codecisione tra Presidente della Repubblica e premier incaricato degli uomini con cui deve lavorare, appunto, il premier incaricato.

Quello che seguono sono due considerazioni, una consegnatami da un uomo della finanza che conta, e la seconda dal prof Cofrancesco. La prima su ciò che succederà e la seconda sull’assurdità, per un liberale, di un veto su Savona. Eccole.

1) Scenari possibili

Allora, ribadisco quanto detto ieri: ad oggi al 99% è Savona. Dalla Lega dicono: “Savona per Salvini è una questione di principio. Lui ha accettato Conte, loro devono accettare Savona e difenderlo”. La Lega non ha proposto alternative e ha tolto il nome di Giorgetti dalla trattativa.
Un’alternativa possibile potrebbe essere: Lega cede MEF ai 5Stelle ma a quel punto si prende ulteriori ministeri di peso come Esteri.

2) “Da liberale, assurdo il veto su Savona”

“De Siervo sostiene oggi su ‘Repubblica’ che sarebbe incostituzionale avere nella squadra di governo Paolo Savona, fautore di una brexit italiana (in realtà, lo conoscevo come euroscettico non come antieuro, ma evidentemente, stando a De Siervo – giurista insigne e ‘uomo d’onore’ – mi sbagliavo).

Come sapete, sono contrario a un’eventualità del genere ma mi domando: che razza di costituzionalisti abbiamo in Italia? Se la Costituzione ci impedisse davvero la Brexit vorrebbe dire che quanto è possibile per gli Inglesi non lo è per gli Italiani e che, quindi, configurando la nostra Costituzione un sistema politico meno democratico di quello inglese, sarebbe proprio il caso di rivederla. Soprattutto perché non è la Costituzione italiana (antifascista, nata dalla Resistenza e bla bla bla) che nobilita la democrazia ma è la democrazia a dover passare al vaglio la Costituzione. O sbaglio?

Come vedete, mi preoccupo, come sempre, più delle regole del gioco che della posta in gioco. Voterei senz’altro contro la Brexit italiana ma riterrei lesivo dei diritti del popolo sovrano non dargli la possibilità di pronunciarsi al riguardo.” Dino Cofrancesco