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Scandalo coop, rinviati a giudizio moglie e suocera di Soumahoro

Scandalo Karibu, l’udienza preliminare si è conclusa con quattro rinvii a giudizio: ecco i reati ipotizzati

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Nessuna sorpresa sullo scandalo Karibu, tegola per Aboubakar Soumahoro. L’udienza preliminare tenutasi al tribunale di Latina per l’indagine sulle cooperative del Pontino si è conclusa con quattro rinvii a giudizio: a processo Marie Therese Mukamitsindo e Liliane Murekatete, moglie e suocera del deputato, insieme al cognato Michel Rukundo e la collaboratrice Ghislaine Ada Ndong. I quattro devono rispondere dell’accusa di reati fiscali, mancati versamenti e false fatture nella gestione delle coop che si occupavano dell’accoglienza di migranti e richiedenti asilo.

Come riportato dal Messaggero, il processo nei confronti di moglie, suocera e cognato di Soumahoro partirà il 24 gennaio davanti al giudice monocratico Simona Sergio. È stata invece stralciata la posizione di altri due imputati, Richard Mutangana e Christine Ndyanabo Koburangiyra, attualmente irreperibili. Presenti come parti civili il sindacato Uiltucs, sedici lavoratori delle cooperative Karibu e Aid, i commissari liquidatori di Karibu Francesco Cappello e consorzio Aid Jacopo Marzetti.

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Secondo l’accusa, le cooperative dei cari di Soumahoro avrebbero evaso oltre 2 milioni e mezzo di euro. Ma le indagini su moglie, suocera e cognato del sindacalista con gli stivali proseguono. I tre, infatti, sono accusati anche di bancarotta, auto riciclaggio e frode in pubbliche forniture. In base a quanto ricostruito dalla Procura di Latina, il denaro utilizzato per ospitare i migranti sarebbe stato distratto e utilizzato per fare la bella vita: abiti di marca, gioielli, hotel a cinque stelle ma anche cene nei ristoranti d’elite e investimenti immobiliari in tutto il mondo.