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Scandalo migranti: fuggono dalla guerra, poi ci tornano in vacanza

Lo scoop di Rtl: i rifugiati avrebbero trovato un sistema per tornare nei Paesi d’origine da cui sarebbero scappati ottenendo asilo in Europa

migranti in fuga dalla guerra © shironosov tramite Canva.com

La Germania non deve fare i conti solo con le bugie di Kiev sul sabotaggio del Nord Stream oppure con la decisione di tagliare i futuri fondi all’Ucraina, che dovrà accontentarsi per la guerra a Putin di quelli che sono già stati stanziati dal governo federale tedesco. Il governo di Olaf Scholz si trova davanti alla non simpatica situazione di dover gestire richiedenti asilo afghani che, ottenuto il diritto d’asilo in quanto “in fuga dalla guerra”, dopo qualche tempo tornano segretamente in vacanza nel loro Paese. Da cui erano scappati a causa della persecuzione.

La Germania è dai tempi di Angela Merkel una delle mete preferite dagli afghani in cerca di una nuova vita, soprattutto la rocambolesca ritirata americana dal Paese nel 2021 e la successiva riconquista del potere da parte dei Talebani. Circa 300.000 persone hanno cercato rifugio a Berlino e dintorni per sfuggire a violenze e persecuzioni, ma la realtà che emerge oggi porta con sé una serie di contraddizioni che mettono in discussione le politiche di asilo e migrazione.

Rtl racconta quello che riguarda alcuni rifugiati afgani residenti in Germania che, nonostante abbiano cercato asilo per sfuggire alle persecuzioni, sono stati scoperti viaggiare segretamente verso l’Afghanistan. Secondo quanto riportato da investigazioni e documentari, questi individui sono riusciti a eludere le normative tedesche grazie a viaggi organizzati da agenzie poco scrupolose, alcune con connessioni in Iran, che offrono “pacchetti vacanze” per consentire ai rifugiati di tornare temporaneamente in patria. Molti video su Tik Tok mostrerebbero rifugiati che visitano la loro vecchia patria.

Ovviamente per legge non sarebbe possibile. Un rifugiato può tornare nel suo paese solo a determinate condizioni e il rischio è di incappare in una revoca dello status. I migranti hanno però trovato una “via di fuga”sfruttando sistemi di visto a doppia entrata per permettere un rientro senza problemi in Germania: in sostanza agenzie di viaggio organizzano voli verso l’Iran e da lì si può arrivare in Afghanistan. E il visto? Facile: viene apposto su un “pezzo di carta” da inserire nel passaporto e che può essere rimosso e gettato prima del viaggio di ritorno verso la Germania. In questo modo, sul passaporto non apparirà nessun passaggio in Afghanistan. Il tutto, ovviamente, non solo viola le leggi sull’asilo del paese ma solleva anche dubbi sulla veridicità delle richieste di protezione internazionale, potendo minare lo status di rifugiato di coloro che vengono scoperti.

Le reazioni politiche a questa situazione non si sono fatte attendere. Ylber P., esponente politico tedesco, ha manifestato la sua frustrazione di fronte a queste incongruenze nel sistema migratorio, esortando a una politica di apertura ma non di ingenuità. Ha inoltre proposto che coloro che, nonostante la richiesta di asilo, si recano in vacanza nel paese da cui dicono di fuggire, perdano immediatamente lo status di protezione e il diritto di soggiorno in Germania.

Il ministero dell’Interno di Amburgo ha precisato che viaggiare nel paese da cui si afferma di fuggire mette in dubbio la legittimità dello status di rifugiato, aprendo la strada a potenziali deportazioni coatte qualora si dimostri che vi sono percorsi sicuri verso l’Afghanistan. Questi sviluppi alimentano un dibattito più ampio sulla necessità di accelerare i processi di rimpatrio, in particolare per quegli stranieri che commettono reati gravi in suolo tedesco. La Germania infatti ad oggi non procede ad alcuna estradizione verso il Paese sotto il gioco dei talebani e non espelle nemmeno gli stranieri che commettono gravi crimini.

Il cancelliere Olaf Scholz ha promesso di riformare e rendere più efficienti le procedure per la deportazione di criminali afgani e siriani. Questa iniziativa rappresenta una svolta significativa nella gestione delle politiche di migrazione e asilo in Germania, a quanto pare anche avviando trattative riservate con i Talebani e il regime di Assad. “La Germania deve essere cosmopolita, non stupida”, ha detto Joachim Stamp, il commissario del governo federale tedesco per le migrazioni.