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Scandalo Udc: le toghe irrompono nel mercato di Conte

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Quando la crisi si fa dura, i duri cominciano a giocare. I duri in questo caso sono i magistrati che, con la consueta tempistica, irrompono nella fase più delicata per la vita del governo Conte: quella della compravendita… ehm dell’acquisizione di senatori “centristi” chiamati con i nomi più nobili possibili ma essenzialmente personaggi disposti a barattare il loro preziosissimo voto per un incarico.

Nel bacino di utenza di Conte, Casalino, servizi e logge varie, facevano parte anche gli esponenti di un “partito” che, nella seconda Repubblica, era l’emblema del passaggio da destra a sinistra; l’Udc fondata non a caso da Casini, oggi senatore eletto nella rossa Bologna, ma nominalmente parte del centro destra. Ebbene l’azione della magistratura calabrese contro il segretario Cesa e altri esponenti è un chiaro segnale. A doppia lettura, tenendo conto che l’indagine parte dalla procura guidata da Gratteri, che non può essere definita né toga rossa né tantomeno amica del Pd – voci degli anni scorsi lo davano possibile candidato salviniano alla Regione Calabria.

Da un certo punto di vista, l’azione frena la compravendita di Conte. Sarà infatti molto difficile convincere i 5 Stelle e l’ala più giustizialista del Pd ad imbarcare persone accusate (vedremo se giustamente o meno) di essere prossima alle ndrine. È vero che i 5 stelle sono grandi ingollatori, fin dai tempi in cui si bevevano le panzane di Grillo, ma è pur vero che persino Travaglio e il Fatto quotidiano, per il resto favorevole all’operazione mastellata, qualche sopracciglio alzerebbero.

C’è un altro punto di vista da cui si può leggere la vicenda. Cesa (per il momento) aveva detto no a Conte: e gli arriva il macigno giudiziario. Chi vuol pensare male, e con i nostri pm non sarà mai abbastanza, potrebbe vedere nell’indagine un avviso ai naviganti, soprattutto a coloro che sono tentati di passare con Conte e non hanno detto né si né no, diversamente da Cesa. Come dire: sotto l’ombrello di Conte sei al sicuro. Non sarebbe la prima volta che la magistratura procede in operazioni del genere, anche se come scrivevamo Gratteri sembra poco aduso a tali operazioni.

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