Cronaca

Scanzi: caregiver “a sua insaputa” - Seconda parte

Spuntano i verbali con gli sms tra medico e Usl, per i carabinieri quel giorno non c’erano dosi avanzate

A getto continuo, sgorgano retroscena gustosissimi, da Atellana: Maccus, Buccus, Pappus, Dossennus e Scanzus: l’irriverente penna aretina che comunica al medico di base la sua fretta, precisando pure la marca (Astrazeneca), il dottor Romizi lo mette in contatto con il responsabile dottor Giglio, parte un maelstrom di telefonate e messaggi che culmina in una operazione coperta degna di Le Carrè: “Non sono ancora riuscito ad inserirlo perché lui è persona nota… Lo devo sistemare in condizioni di tutta sicurezza (…) Non prenda impegni mercoledì pomeriggio. Domani le faccio sapere orario. Per precauzione, vista la sua notorietà, ci spostiamo al distretto di Monte San Savino. Dovrebbero avanzare delle dosi”. Continua il medico Giglio, candido come il fiore: “Credo dopo le 17… avrei pensato di andare insieme con la scusa di un sopralluogo conoscitivo da parte di un giornale e avanzando la dose si passava al vaccino…”. Nome in codice: Vax. E già l’idea del vanesio Scanzi, uno che si farebbe paccare il popò pur di non restare senza attenzione, s’intrufola furtivo e paludato di nero, come Cattivik, pur di non farsi riconoscere, vale da sola il prezzo del biglietto.

Ahi ahi ahi, signorino Scanzi, mi sei caduto proprio sul vaccino. Insomma, era caregiver? Lui vorrebbe, non vorrebbe, ma, se può… Della genitrice? No, di una omonima; gli era stata somministrata una dose avanzata? Neanche: secondo i militari, il giorno X “[non risultavano] dosi avanzate, tenuto conto che la somministrazione di vaccino Astrazeneca permetteva di usare dosi contenute in fiale già iniziate anche il giorno successivo”. Come la mettiamo, caro Andy? Ma via, gli è tutto un qui pro quo: “Non assistevo i miei genitori – avrebbe in seguito spiegato il raffinato polemista nonché rinomato sommelier ai carabinieri – ma resi noto che entrambi erano nella condizione di essere considerati fragili per patologie pregresse”. Insomma, l’infermità aprioristica, come categoria dello spirito. Da cui il fraintendimento: ma quale caregiver, chi ha mai parlato di caregiver (beh, beh…)? Al limite, un caregiver percepito, come la temperatura, il riscaldamento globale, il greenpass, il governo Monti, la matrice rockstar. Mamma mia che confusione! O per esser più aderenti, un burdell trement’.

E va beh, tanto è bastato alla Procura di Arezzo, che ha intenzione di chiudere il caso e cum grano salis, perché ci mancherebbe pure di sprecare soldi e tempo per una cazzata simile: so’ ragazzi, so’ rockstar… A questo punto, però, dati causa e pretesto e le attuali conclusioni, delle prossime sparate del ragazzo spazzola se ne assumono la responsabilità le zie rosse, Lilli e Bianca: lui, notoriamente, è privo di titolo. Parola di carabiniere, nei secoli fedele.

Max Del Papa, 3 dicembre 2021

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